ANZIO. Ruggero Garzia torna a parlare delle ultime vicende politiche locali in un incontro pubblico tenutosi la sera del 09.12.2011, presso l’Hotel Lido Garda di Anzio, a fronte di amici e sostenitori.
Nel corso dell’intervento, l’ex assessore ha ripercorso le fasi che hanno portato alla rottura dei rapporti con il sindaco Luciano Bruschini, ha sottolineato che attualmente non intende aderire a nessun partito nonostante le numerose proposte ricevute, ha ribadito più volte la necessità di dover rinnovare l’attuale classe politica.
Di seguito, l’intervento integrale:
“Quando sono sceso in politica ho scelto un ruolo che mi permettesse di tenermi alla larga da una posizione di conflitto d’ interesse, che è la cosa peggiore che possa accadere ad un politico, quando si sceglie la politica, al primo posto devono esserci gli interessi della collettività. Scegliendo di adoperarmi nell’Urbanistica, mi sono impegnato al massimo per approfondire le mie conoscenze, ho avuto tempo e modo di documentarmi, e ho sempre cercato di fare le cose con cognizione di causa. Ma dal primo giorno che sono entrato in quell’ufficio, mi sono reso conto che si trattava di una zona “off-limits”, come quella dei film americani, un terreno difficile da occupare, un ambiente che trasudava di interessi personali, interessi grandi ed importanti, tralasciando l’aspetto del bene comune, della città di Anzio.
La battaglia da me intrapresa, in accordo con tutti Voi, non sposava di certo logiche individualiste, ed è proprio per questo motivo che da quel momento ho iniziato a porre una serie di situazioni, delle regole precise, secondo il principio di buona convivenza; quando dico questo mi riferisco a quei ragazzi eccezionali che lavorano con impegno all’interno degli uffici tecnici, troppo spesso bistrattati e continuamente sotto pressione, cosa che io non gradivo affatto.
Inoltre mi sono soffermato sulla questione PRG, perché credo che questo straordinario strumento di pianificazione debba essere controllato con una serie di accorgimenti, primo su tutti il regolamento edilizio, fondamentale a mio avviso, strumento che deve camminare di pari passo con il PRG per garantirne la corretta interpretazione sul territorio.
La questione principale su cui mi sono soffermato è stata quella di capire come destinare alla collettività, in maniera utile, gli spazi ad uso pubblico ottenuti in cambio delle aree edificabili, magari dei parcheggi, spazi di verde attrezzato, ecc.
Ebbene, toccati questi due temi, regolamento edilizio e corretto uso degli spazi pubblici, si è innescata una bomba ad orologeria: mi sono visto recapitare a casa una lettera anonima, dove venivo informato di una denuncia a mio carico riguardo un abuso edilizio di 2,40 metri quadrati, guarda caso questa lettera era già stata inviata alla Procura della Repubblica e a tutti i capigruppo dei partiti. Un episodio bruttissimo sotto il profilo umano, mi sono reso conto che la politica va oltre gli interessi economici e personali, arrivando fino a calpestare i valori della persona e della famiglia. La prima cosa che ho fatto, per correttezza, è stata quella di rimettere al sindaco le mie deleghe, e preteso che venissero eseguiti tutti i controlli del caso, la vicenda si è conclusa con la demolizione totale del muro di cinta, totalmente a mie spese naturalmente, in modo e maniera che nessuno potesse continuare a speculare sulla vicenda.
Il secondo capitolo di questa vicenda si apre con una mia proposta, bocciata, riguardo una delibera di indirizzo sulla corretta interpretazione, a mio avviso, del piano regolatore. In questa delibera di indirizzo avevo anche posto l’auspicio di portare in consiglio comunale la discussione sul regolamento edilizio. Tutto bloccato, perché secondo il sindaco non era una proposta di mia competenza. Mi sono sentito quindi in dovere di fare un appello ai cittadini, allo scopo di incentivare una riflessione comune, uscendo su alcune testate locali, spiegando che serviva un atto di coraggio per fare in modo che il PRG continuasse ad essere un momento di sviluppo. Questa mia iniziativa è stata interpretata come un atto di lesa maestà, dal sindaco come dai colleghi di partito, che non hanno mai smesso di farmi la guerra, figurarsi in questa occasione.
Altra questione di conflitto riguardava i limiti di attuazione del Piano Casa della Polverini, dove abbiamo lavorato anche insieme all’opposizione per stabilire chiari limiti all’aumento di cubatura nelle zone individuate, che chiaramente volevano limitare l’antropizzazione in zone delicate, comprese quelle sul mare. Sono intervenuto portando all’attenzione che applicare il Piano Casa in maniera indistinta poteva essere uno strumento valido per comuni che hanno PRG vecchi di trent’anni o più, noi abbiamo un PRG in corso d’opera, abbiamo già previsto cubature, forzare ancora la mano al riguardo è pericoloso, i rischi sono quelli della speculazione e la carenza di servizi rispetto agli aumenti insediativi. Successivamente, in sede di consiglio, è stata presentata una delibera completamente diversa. Questa serie di episodi mi ha visto costretto a riconsegnare la delega alla pianificazione del territorio ed edilizia privata nelle mani del sindaco, successivamente mi è stata notificata nella mia abitazione privata la revoca di tutte le restanti deleghe, con la motivazione di una visione differente del programma. Ma quale è questa fiducia? Quella di dire di sì ad ogni costo? Se questa è la fiducia che intende il sindaco, preferisco perderla piuttosto che scendere a tali compromessi.
Bruschini svolge il ruolo di sindaco dopo aver preso il 5% in meno delle liste, e non era mai successo nella storia politica della città di Anzio che un sindaco vincesse in queste condizioni, segno che non ha il gradimento della gente. Infatti, quando sono andato di persona a casa dei miei amici, a fatica hanno digerito il nome Bruschini come candidato a sindaco. Proprio in virtù di questo fatto mi viene facile affermare che, mentre il mio nome i cittadini dovevano scriverlo con la penna, di pugno, quello di Bruschini era scritto sulla scheda, per questo io mi sono sentito legittimato dal popolo, Bruschini bisogna vedere.
Oggi, non avendo i numeri in maggioranza, per andare avanti Bruschini è costretto a premiare Sebastiano Attoni con il ruolo di assessore, l’inciucio del momento, altro che ribaltone politico, invece di andare avanti siamo tornati indietro nel tempo di vent’anni, una città morta e defunta a fronte delle attuali dinamiche di sopravvivenza in cui è stretto il sindaco.
In questo frangente ho ricevuto tantissime aperture da tanti partiti, perché ringraziando Dio, la mia famiglia ed il mio gruppo è costituito da tutte persone per bene, persone che si alzano la mattina e vivono del proprio, che non hanno la necessità e la bramosia della poltrona. Naturalmente non ho aderito a nessun partito, perché in questo momento la questione che mi preme è quella di confrontarmi prima di tutto con voi amici e sostenitori.
Questo grave atto, la mia cacciata, è un oltraggio alla democrazia e agli interessi della collettività, scaturito solo per aver cercato di affrontare i problemi della città.
Questo episodio mi da la forza per ripartire con grandissimo slancio, cambiare è un dovere, per riuscirci ognuno di noi deve metterci del proprio, bisogna fare squadra e cacciare questa classe politica che per trent’anni ha disastrato la nostra città.”