Odore di gas, frigoriferi vuoti, frutta scadente, pesce pescato in zona Fao 61, di origine cinese. Sono solo alcuni dei motivi che hanno portato il presidente della commissione Mense Velia Fontana e la presidente della commissione Anzio III Tiziana Nisticò (rappresentante dei genitori) – dopo l’ultimo sopralluogo del 16 dicembre nei centri cottura del territorio – a chiedere una riunione urgente con l’amministrazione.
In una nota indirizzata al dirigente della Pubblica Istruzione Aurelio Droghini, all’assessore alla Pubblica Istruzione Laura Nolfi, alla nutrizionista Raimonda Dessì, al dec Stefano Cecchini si portano alla luce tutta una serie di discrepanze che riguardano il centro cottura della Falcone e del Virgilio, gestiti dalla Ati All Foods srl (partecipata al 60%), e quello del Collodi, gestito dalla Camst Scarl (partecipata al 40%), subentrate alla ditta Solidarietà e Lavoro a settembre 2015. A partire dalla carne per polpette consegnata il 14 dicembre già macinata, nel punto cottura del Virgilio, con scadenza l’ 8 gennaio 2o16. “La carne già macinata – denuncia Nisticò – va in putrefazione dopo massimo 24 ore. La data di scadenza verificata nel sopralluogo del 16 dicembre era addirittura tre settimane seguenti. Notiamo inoltre i frigoriferi totalmente vuoti, la frutta scadente e la presenza di pesce pescato in zona Fao 61 dell’Oceano Pacifico nord occidentale di origine cinese e prodotto da Dalian Rich Enterprise. Mi risulta che si tratti di una zona pericolosa. Già a seguito del sopralluogo del 21 ottobre avevamo chiesto se tale fornitura è lecita e menzionata nel capitolato e nelle schede tecniche, senza ottenere risposta. Notiamo inoltre che la cuoca si trova da sola e i macchinari non sono idonei alla sicurezza, si sente anche un fortissimo odore di gas”.
Altra storia è nel centro cottura del Collodi, gestito da Camst, dove lo stesso giorno durante il sopralluogo Fontana e Nisticò trovano i cuochi intenti ad affettare una sottofesa di vitellone per macinarla al momento. Bene anche il controllo del 21 ottobre, dal quale risulta che ai bambini viene servita macedonia già pronta, tagliata, della ditta Canova srl Longiano. “A tal proposito – si legge ei verbali della commissione – si chiede il motivo per cui nei due centri cottura ci sono due diverse preparazioni di macedonia”.
Diverso è anche l’olio servito nei centri cottura: extravergine di oliva 100% italiano al Collodi, extra vergine d’oliva David dell’Unione Europe alla Falcone. Ed ancora, nella dispensa della Falcone, sono presenti parmigiano grana e non reggiano, verdure e pere non biologiche “la cui provenienza non è stata potuta controllare, in quanto non erano presenti le schede tecniche e nella bolla non veniva certificata”. Diverso è infine il pesce servito dai centri cottura. “Al Collodi – spiega ancora Nisticò – nel sopralluogo di ottobre il pesce era pescato in zona Fao 47, Oceano Atlantico sudorientale prodotto da Pralisa. Ancora un altro prodotto diverso dall’altro centro cottura soprattutto per la zona di pesca”.
La denuncia riguarda anche le disparità di trattamento nella retribuzione degli stipendi. “La Camst procede con gli accrediti il 15 dicembre, la All Foods ha registrato ritardi di oltre un mese. Ma soprattutto, mi chiedo come mai la All Foods non abbia mai avuto una multa, nonostante non abbia ancora consegnato le schede tecniche dei prodotti, come da capitolato. Questa Ati che svolge attualmente il servizio era arrivata ultima nella gara d’appalto dove aveva vinto la Solidarietà e Lavoro, che l’anno scorso è stata messa al rogo per cose anche meno gravi. Perché adesso non parla nessuno? Fino ad oggi non abbiamo avuto risposte convincenti su quanto abbiamo sollevato – conclude Nisticò – Anche in sede di riunione di commissari mensa abbiamo fatto presente che le due dispense erano fornite di prodotti diversi. Ci è stato risposto che la merce viene acquistata da due piattaforme diverse ma trattandosi di una Ati non è una risposta plausibile”.