Anzio- Mense e accuse sui centri cottura, la replica del Dec

Riceviamo e pubblichiamo la replica del Dec Ristorazione Scolastica del Comune di Anzio, Stefano Cecchini, in merito al nostro articolo (http://www.inliberuscita.it/politica/63714/anzio-mense-dopo-i-sopralluoghi-guardate-cosa-succede-nei-centri-cottura/)

villa_sarsina_fronte_anzio3“Il testo dal titolo “sensazionalistico”, che viene inserito in una pagina con spiccati contorni riempiti da spazi pubblicitari, sembra enunciare una serie di inesattezze che, per dovere di equilibrio, ci corre l’obbligo sottolineare. Emerge tra tutte la menzionata questione sulla mancata applicazione di penali da parte della Stazione Appaltante: chi scrive l’articolo mostra scarsa conoscenza in materia di procedure di applicazione penali che, qualora non seguano tempistiche precise, rischiano di essere vanificate da aspetti formali che travalicherebbero la sostanza. Non a caso l’ultima segnalazione di irregolare prestazione contrattuale, mossa dal Dec e formalmente inoltrata dal Rup alla Ati affidataria del servizio alla quale sono stati concessi i giorni previsti da capitolato per presentare eventuali contro deduzioni è sfociata in applicazione penale dopo l’analisi delle memorie presentate.
Tempi previsti dalle procedure di gara in spregio dei quali, preme ricordare, le procedure risulterebbero invalidate. Come altrettanto previsto dal capitolato e dalla normativa vigente vi è la possibilità per gli operatori economici di candidarsi alla gara in Ati (associazione temporanea di impresa) anche in forma orizzontale. Nel nostro caso l’operatore economico risultato aggiudicatario aveva utilizzato la formula sopra menzionata e quindi, nel rispetto dei parametri richiesti dal merceologico, ognuna delle aziende può acquistare derrate alimentari di diverso marchio commerciale (giammai che la pubblica amministrazione imponga ad una azienda di utilizzare prodotti di una determinata marca).
Si preferisce evitare commenti sulla questione che la carne macinata andrebbe in putrefazione dopo 24 ore e sulle foto scattate alla cassa contenente pezzi di frutta che abitualmente viene scartata e da rendere ai fornitore (operazione assolutamente non inusuale nella gestione di una mensa).
Un plauso invece e non un monito andrebbe inviato alle imprese che riescono a lavorare con scorte minime: frigoriferi pieni dimostrerebbero una pessima gestione degli acquisti e cattiva programmazione nonchè aumento dei rischi dovuti da stoccaggio anche nell’ambito dei limiti strutturali dei quali i centri di cottura attualmente soffrono in attesa di una prossima gara pluriennale che preveda una ristrutturazione degli impianti”