La lettera che la Regione Lazio ha spedito al Comune , alla Capo d’Anzio e a un’altra serie di soggetti istituzionali pone, speriamo, la parola fine sull’occupazione delle aree da parte di chi aveva presentato ricorso: non hanno titoli e devono andarsene.
Fine delle trattative, dei giochi, delle pressioni politiche e “confermata la regolarità della procedura sin qui seguita“.
Forse è anche per questo che il sindaco, in meno di un giorno, ha cambiato idea, buttato a mare – è il caso di dirlo – il bando annunciato ai quattro venti e chiesto a Luigi D’Arpino di ripensare alle dimissioni. Troppo tardi, forse.
Di certo Bruschini, parlando di bando in questi mesi e fingendo di ignorare quanto deciso finora nelle sedi societarie, ha fatto come quelli del Pd che sbandieravano le lettere fatte fare apposta dal Ministero dei Trasporti che mettevano in dubbio le procedure seguite, mentre in conferenza dei servizi, per lo stesso Ministero, Monica Mazzarese affermava “le procedure sono correttamente individuate“.
Se c’è una speranza di tenerci la Capo d’Anzio, evitando la scontata cessione delle quote che – allora sì – finiranno direttamente a Marconi, è quella di rendere la società operativa, di farla lavorare, di rispettarne il piano finanziario. Il bando proceda parallelamente, ma intanto si avvii l’opera. E basta con la dichiarazia di questi giorni del mondo politico locale che, troppo spesso, del porto parla a vanvera.
Marconi – qui lo si sostiene da tempi non sospetti – ha avuto il 39% con un’operazione discutibile, è un socio che non abbiamo scelto né voluto, ma finché c’è va messo in condizione di nuocere il meno possibile. Poi si tireranno le somme, ma intanto si deve partire.
Piaccia o meno a ormeggiatori e Circolo della vela, così come a quanti occupano le aree “sine titulo” e nei confronti dei quali si deve procedere secondo la Regione: “ai sensi dell’articolo 54 del codice della navigazione” che recita: “Qualora siano abusivamente occupate zone del demanio marittimo o vi siano eseguite innovazioni non autorizzate, il capo del compartimento ingiunge al contravventore di rimettere le cose in pristino entro il termine a tal fine stabilito e, in caso di mancata esecuzione dell’ ordine, provvede di ufficio a spese dell’ interessato“.
A proposito di ormeggiatori, infine, è bene pubblicare un atto ufficiale. E’ parte del verbale del 2 dicembre 2014 nel quale – sindaco presente – si decide il da farsi. Non serve aggiungere altro.
[Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/]