«Allo stato attuale non risultano situazioni che impongano l’attivazione delle procedure di legge di cui all’articolo 143 del decreto legislativo 267 del 2000». Il Prefetto Giuseppe Pecoraro ritiene dunque che non vada nominata alcuna commissione d’accesso come avevano chiesto alcuni depudati del PD, e lo scrive spiegando che una procedura straordinaria, come quella della commissione d’accesso può portare fino alla richiesta di scioglimento del Consiglio comunale, della quale però in questo caso non si avverte il bisogno. Tra l’altro, sulle infiltrazioni nel territorio, il Prefetto ha ricordato di essere stato già ascoltato lo scorso settembre durante una commissione antimafia dove «è stata consegnata una esaustiva relazione sulla criminalità organizzata nella provincia di Roma». Nel corso della Commissione, inoltre, è stato sottolineato «la situazione dei Comuni della provincia e in particolare del Comune di Anzio è costantemente seguita». In particolare è stato riferito che rispetto «al circondario di Velletri, ed in particolare alla zona di Nettuno ed Anzio, da anni operano consorterie legate alla mafia calabrese, in particolare quella dei Gallace e Novella, che operano nel settore delle truffe, soprattutto in danno di assicurazioni, realizzate mediante incidenti stradali simulati, nel traffico di stupefacenti e armi». Il senatore CandidoDe Angelis, già sindaco di Anzio, si è dato molto da fare nelle scorse settimane, con interventi ed interrogazioni, per evitare che al comune di Anzio si insediasse una commissione d’accesso che andasse a verificare il condizionamento o meno dell’amministrazione e del Consiglio comunale di Anzio rispetto a possibili infiltrazioni mafiose.