Per ora non chiude il centro trasfusionale degli ospedali riuniti di Anzio e Nettuno. Uno dei centri con maggiore afflusso di utenti e anche uno dei più attivi del Lazio. Hanno avuto un seguito le proteste delle migliaia di cittadini riuniti su Facebook, dei sindaci di Anzio e Nettuno, dei sindacati e delle forze politiche PD, SEL, Fed. della sinistra, infatti la Polverini e la ASL sono stati costretti ad una, seppur provvisoria, marcia indietro. “Il servizio per ora non verrà trasferito a Velletri, in attesa della riorganizzazione regionale che entro dicembre 2014 deve rispondere alle direttive europee” ha spiegato il direttore del centro regionale sangue Maria Cristina Martorana. “Stiamo lavorando per trovare soluzioni e appostare miglioramenti”- ha detto il sindaco di Anzio Luciano Bruschini. “Il nostro centro trasfusionale- ha commentato il Sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta – deve rispondere ad un territorio in continua espansione demografica e non va depotenziato”. A conferma dell’enorme lavoro svolto dal centro trasfusionale del riuniti i dati forniti dalla responsabile del centro dott.ssa Anna Maria Costa : ”Lavoriamo circa 2800 sacche di sangue l’anno, di cui 400 vanno a coprire il fabbisogno di altri ospedali nel Lazio. In futuro manterremo il servizio attivo dalle 8.00 alle 20.00 e vorremmo istituire la reperibilità notturna, potenziando il reparto con un altro medico”. Silenzio assoluto, invece, dai vertici della ASL che non hanno partecipato al vertice tra sindaci e i responsabili del centro regionale del sangue avvenuta a villa Sarsina.
di Redazione