Boi e Porcelli: ad Aprilia impianti e discariche in zone di pregio

I due consiglieri Apriliani dopo aver esaminato lo Schema di proposta provinciale dei rifiuti, impianti in zone di pregio ambientale
LT PianoRifiuti_Impianti_IdoneeLo studio statistico sulle condizioni di salute della popolazione residente ad Aprilia, i cui risultati sono fermi al 2011 e le altre realtà che emergeranno dallo studio epidemiologico, ci ha posti tutti di fronte ad una riflessione: cosa vorremmo diventassero la nostra città e il nostro territorio? Non basta aver individuato in un’area di grande pregio ambientale, sottoposta a vincolo idreogeologico, il luogo ottimale dove realizzare un depuratore, costoso e concepito per servire poche case, che nella stessa area – ci riferiamo a Casalazzara – la Regione prima, e la Provincia poi, hanno pensato bene di ritenerla idonea anche per localizzarvi un termovalorizzatore. E tutto ciò senza che il rappresentante in seno al consiglio provinciale o l’amministrazione comunale di Aprilia – attraverso il sindaco Terra o l’assessore all’ambiente Lombardi – presentassero opportune rimostranze o un minino di disappunto.

In una nota congiunta i consiglieri comunali Roberto Boi e Carmen Porcelli si dicono fortemente preoccupati per le conclusioni alle quali l’amministrazione regionale è addivenuta, e recepite con la recente deliberazione del consiglio provinciale la n.12 del 10.05.2016 avente ad oggetto «Approvazione schema per la proposta di aggiornamento del Piano Provinciale dei Rifiuti ai sensi della Dgr Lazio n.14 del 18.01.2012».

«La cosa che ci ha lasciati di stucco, più di tutto, è stato leggere le affermazioni del consigliere Giovannini riportate nel verbale di quella delibera: l’esponente del Pd parla della “necessità di avviare un percorso che consenta di rendere la gestione del ciclo dei rifiuti autonoma in funzione delle esigenze del territorio”; anzi ritiene che sulla questione dei rifiuti “sia stata avviata la scelta più idonea sottolineando l’importanza dell’unanimità del Consiglio e dell’Assemblea dei sindaci”. Solo la Loas è stata autorizzata per 40mila tonnellate di stoccaggio di rifiuti solidi urbani, lo stesso quantitativo di rifiuti prodotti dai cittadini di Aprilia. Dunque, quando Giovannini parla di gestione autonoma dei rifiuti, a cosa si riferisce? Come può funzionare una filiera dei rifiuti se la regione stabilisce le quantità da smaltire, la provincia le aree dove collocare gli impianti e il comune i siti? Ce lo chiediamo perché – sostengono in una nota congiunta i consiglieri comunali Porcelli e Boi – tra le zone che la provincia e la regione hanno definito idonee ad ospitare impianti, ci sono anche aree di pregio ambientale, come è stato possibile far passare un atto così delicato senza porre in evidenza alcuni aspetti legati alla conservazione del territorio? Immaginiamo il sindaco Terra fosse a conoscenza di questa circostanza, sindaco che si è anche fatto promotore di un mini Ato per i rifiuti sostenendo che gli ambiti ottimali debbano essere più piccoli e in grado di smaltire quelli prodotti: proprio in ragione di ciò per coerenza non può accettare che ci siano delle quantità autorizzate superiori. Il Comune di Aprilia, negli anni anche più recenti, non si è mai dimostrato contrario all’insediamento, come all’ampliamento, di impianti di trattamento rifiuti e questo sia a livello di autorizzazioni e pareri rilasciati nelle conferenze dei servizi, che nell’ambito dei tavoli tecnici avviati con i vertici dell’azienda e mai giunti a risultati».

«Purtroppo riscontriamo da parte di chi ha utilizzato il tema dell’ambiente solo in chiave utilitaristica l’ennesima operazione di facciata: perché non si procede, e seriamente stavolta, alla bonifica delle numerose discariche che sorgono sul nostro territorio? Sassi Rossi, Santa Apollonia e via Savuto, nonché gli altri siti – sono in tutto sedici ad Aprilia, di cui cinque sono ritenuti ad altissima priorità e per questo andrebbero bonificati con una corsia privilegiata – sono aree inquinate in maniera irrimediabile che andrebbero bonificate: cosa fa la politica, l’ambientalismo ideologico e salottiero rispetto alla tutela dell’ambiente e al rispetto del territorio? Cosa è stato fatto per bonificare l’area sulla Nettunense colpita da un incendio, a seguito del quale abbiamo rischiato di saltare in aria? Quale è stato il comportamento adottato dal sindaco e dall’assessore all’ambiente dopo l’incendio di qualche giorno fa ad Albano? Né lo scorso anno, in occasione del rogo sulla Nettunense, né stavolta il Comune si è attivato per comunicarci quali sostanze sono state liberate nell’aria, quanta diossina, quali comportamenti per tutelare la salute umana sono stati assunti. Nulla, il solito vittimismo per rimproverare i cittadini che lo scarso impegno nella raccolta differenziata portava a quelle conseguenze, mentre l’impianto di Albano interessato dall’incendio è un sito che si occupa di raccolta differenziata».

«Un ambiente sano è fondamentale per la salute ed il benessere di tutti – concludono i due consiglieri comunali – ma continuare a fingere che le scelte cadano dall’alto e non fare niente per evitare questi scempi vuol dire sottrarsi al proprio dovere di amministratore».