Attenta analisi del fenomeno mafioso e delle sue implicazioni sul territorio in un convegno ad Anzio

Un momento del dibattito

Un intenso e partecipato dibattito sul difficile, quanto attuale,  tema della “Criminalità organizzata sul litorale” quello tenutosi ad Anzio, venerdì scorso, organizzato dall’Associazione culturale Anzio Futura onlus e la redazione de “Il Giovan8”. Ne è venuta fuori una attenta analisi del fenomeno mafioso e delle sue implicazioni sul territorio di Anzio e Nettuno. “L’aumento della forbice tra ricchezza e povertà, le evidenti situazioni di privilegio, con la rimozione del disagio sociale sono cause che lasciano spazio al diffusione del crimine” ha detto nell’indroduzione Antonio Cappuccia. “Anzio vive un momento drammatico– ha spiegato Marcello Bartoliinfatti si è smarrito il senso di comunità, con il nuovo piano regolatore si è creata una sterminata periferia, e la città si ritrova senza identità”. Nel suo intervento il Presidente del Coordinamento antimafia Anzio Nettuno Edoardo Levantini ha parlato della richiesta, formulata dai parlamentari del PD, di una commissione d’accesso per verificare eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata “ Si ha la sensazione– ha detto Levantini-  che il Prefetto Pecoraro abbia dato una risposta un po’ affrettata alla richiesta di commissone, ( nella quale si legge: non risultano situazioni che impongano l’attivazione di una commissione d’accesso ndr). Sottovalutando che davanti al tribunale di Velletri sono in corso due processi per associazione di stampo mafioso, che riguardano questo territorio, e il comune, pur sollecitato in questo senso dal Presidente della Commissione regionale criminalità, non ha ritenuto necessario costituirsi parte civile. Secondo la DIA (Direzione investigativa antimafia) i numerosi attentati e intimidazioni avvenuti sul litorale sono reati spia della presenza mafiosa. L’arresto di un esponente del clan mallardo in un cantiere di Anzio, sono tutti segnali inequivocabili della presenza mafiosa. E’ inutile negare i fatti- ha concluso Levantini– , la società e le istituzioni in primis, devono erigere un muro contro la criminalità organizzata”.  “La mafia presente nel Lazio- ha detto Fabrizio Marras responsabile regionale di Libera- è una mafia organizzata che ha bisogno di una rete di avvocati, notai, commercialisti per insinuarsi nel tessuto economico. Il crimine organizzato non ha confini, lo stesso il riciclaggio del denaro sporco, Aprilia, Ardea, Anzio e Nettuno sono tutte città a rischio. Spesso c’è una relazione tra politica e mafia perché– ha concluso Marras- la politica può vivere senza mafia, ma la mafia non può vivere senza politica”. Per il Senatore del PD Vincenzo Vita, firmatario della richiesta di commissione d’accesso, “I territori del litorale sono territori importanti, non devono essere considerati marginali. In queste zone la presenza mafiosa è acclarata dagli atti della magistratura. Da componente della commissione cultura del senato, avendo una visione d’insieme, posso affermare che nelle zone dove è più alta la scolarizzazione e le attività culturali, meno è presente la criminalità organizzata. E ha concluso- La presenza mafiosa riguarda il nord e il sud del paese e il malcostume politico si arrichia sempre in una zona grigia, al confine con l’illegalità”. Il senatore Candido De Angelis di FLI, ex sindaco di Anzio, che si è battuto per non far arrivare la commissione d’accesso al Comune:” Nessuno nega che ad Anzio e Nettuno ci sia la criminalità, c’è in tutta Italia, ma secondo me la politica di Anzio non è stata mai condizionata dalla criminalità organizzata”. Significativi anche gli interventi di Rosario Grasso della Coop Aprilia, di Claudio Pelagallo responsabile di SEL Lazio, e del capogruppo del PD al comune di Anzio Ivano Bernardone.

cp