Per Enzo Toselli: Il progetto del nuovo contraddice i principi ispiratori, condivisibili o meno, del progetto originario
E’ di questi giorni la notizia, peraltro molto pubblicizzata dai diretti interessati, del nuovo bando per l’ampliamento del porto di Anzio attraverso uno stralcio-inversione di cronoprogramma del progetto originario.
In realtà si tratta di un progetto del tutto nuovo che contraddice i principi ispiratori, condivisibili o meno, del progetto originario.
Il nuovo progetto è stato redatto a cura e spese di Maredi s.r.l. cioè di una società privata che sostituisce ufficialmente la Capo d’Anzio anche nelle scelte progettuali con tanti saluti a chi sosteneva la “gestione pubblica” del porto. Naturalmente tale progetto è calibrato esclusivamente sugli interessi del privato.
Tre sono le macroscopiche incongruenze che si cerca di far passare sotto silenzio:
1) Il nuovo bando non avviene più in un contesto assimilabile ad un projet-finanzing perché trattasi di un’opera da appaltare direttamente, dal costo di circa 27 milioni di euro.
Scompaiono quindi le opere accessorie e di completamento importanti per il centro cittadino e gli interventi previsti riguardano esclusivamente la realizzazione di un “marina” nel porto attuale.
E’ bene ricordare schematicamente che il “marina” è un tipo di porto di fatto assimilabile ad un semplice rimessaggio di barche in acqua, che vive di vita propria e contraddice tutte le caratteristiche funzionali, storiche, culturali dell’attuale porto di Anzio che invece è parte integrante del tessuto cittadino e della vita della città.
2) L’impianto del nuovo progetto, contrabbandato come inversione di cronoprogramma, contraddice totalmente l’impostazione urbanistica del progetto originario poiché viene cancellata la scelta, allora ritenuta fondamentale, dello spostamento dei cantieri per liberare la riviera di levante e realizzare così un nuovo assetto del water front, riqualificato e arredato , degno di una città turistica di mare.
Scompare la nuova viabilità con aggravio dei problemi di traffico scompaiono gli interventi su parcheggi e riviere. Insomma le sole cose utili per la città previste nel progetto originario sono state cancellate e non potranno più essere realizzate in quel contesto.
3) Come detto trattasi di un progetto da appaltare direttamente per un costo di circa 27 milioni di euro, con quali fondi non è dato sapere, stante le gravi difficoltà economiche del Comune e del socio privato se è vero come è vero che il Comune stesso anticipò anche per il privato, con apposito prestito contratto in banca, gli oneri regionali per ottenere la concessione demaniale.
Quando si parla di finanziamenti privati e di eventuali disponibilità economiche impreviste,in un territorio sotto tiro delle consorterie politico-affaristico-mafiose, sarebbe bene porsi qualche domanda in termini di trasparenza e legalità.
Dunque ci troviamo di fronte ad un’operazione “mordi e fuggi” degna della peggiore tradizione di rapina del territorio che si concluderà con la vendita dei posti barca e l’afflusso di un “mare” di denaro nelle tasche di pochi.
Il porto svenduto ad un privato, non saranno realizzati altri interventi utili per la città per i motivi economici riportati anche nel progetto, sarà definitivamente compromessa l’immagine e la funzionalità del centro cittadino, come già avvenuto per l’entroterra con il nuovo P.R.G.
Va infine denunciato che il nuovo progetto non è mai stato discusso in Consiglio Comunale e le relative scelte sono frutto dei soliti addetti ai “lavori” : qualsiasi confronto è stato impedito.
Di fronte alla gravità di quanto schematicamente esposto stupisce l’assordante silenzio delle opposizioni.
Il PD in particolare sembra voler salvare la coscienza continuando a parlare di difesa del porto pubblico e avanzando l’ipotesi anacronistica, ridicola, e insensata nei tempi, di un azionariato popolare per finanziare la Capo d’Anzio.
Il movimento Cinque Stelle, che pure vuole candidarsi alla guida della città, tace, forse nel calcolo spregiudicato di poter poi riscuotere facilmente i voti del futuro malcontento.
Le altre forze politiche o sono corresponsabili o non hanno la necessaria forza per incidere nell’opinione pubblica.
Abbiamo poco tempo ma l’esperienza insegna che con una mobilitazione unitaria si possono vincere anche battaglie impensabili.
Ognuno faccia la propria parte per ricostruire questa unità delle forze di progresso, per bloccare un progetto che danneggia la città sotto l’aspetto turistico, economico, di qualità urbana e di vita e riaprire così la possibilità di un confronto reale su un porto che abbia come unico obiettivo l’interesse pubblico
Enzo Toselli
Associazione “Sinistra senza Aggettivi”