Dall’avvocato Antonio Bufalari, consigliere d’amministrazione della Capo d’Anzio, riceviamo e pubblichiamo
“Le scrivo queste mie due righe di precisazione in merito all’aggiornamento del Codice Ateco effettuato recentemente dalla Capo d’Anzio SpA in Camera di Commercio vorrei tranquillizzare che nulla è cambiato nell’oggetto sociale della medesima Capo d’Anzio, che farà il porto, con le modalità spesso comunicate dagli organi societari, a cui appartengo, e previste nell’atto di concessione (rilasciato ai sensi del DPR 509/97 – proprio per l’appunto per concessioni aventi finalità legate alla nautica da diporto), nel progetto definitivo già a suo tempo approvato e nel conseguente progetto esecutivo in fase di ottemperanza al VIA.
Per costruire il porto la Capo d’Anzio, non essendo una impresa di costruzione, si avvarrà di operatore specializzato scelto attraverso una procedura ad evidenza pubblica (attualmente in fase di ultimazione) che verrà condivisa con l’ANAC.
Pertanto, il codice ATECO più appropriato che la Capo d’Anzio potesse avere è quello riferito alla gestione (attività primaria dell’oggetto sociale e codice di appartenenza dei maggiori gestori portuali italiani) e direttamente svolta dalla Capo d’Anzio.
Inoltre, l’adozione di tale codice lega l’attività della Capo d’Anzio al settore turistico – settore di massima importanza per l’attività sociale e per la città di Anzio.
Lo scopo delle attività che la Capo d’Anzio sta svolgendo, infatti, non devono considerarsi solo tese alla realizzazione della nuova infrastruttura portuale, bensì al un nuovo sviluppo del Porto, del turismo nautico, della marineria e della Città tutta al fine di poter implementare la cultura, l’economia circolante, l’occupazione ed i consumi.
Anzio è stata protagonista della maggiore portualità italiana ed internazionale, della cultura marinara e non ultimo dello sport velico. Lo sviluppo del porto a ciò tende.
Pertanto, il progetto va avanti e il porto si fa.
Ciò detto, non capisco, poi, quali siano le fonti, gli atti e i documenti che dimostrino che il Socio Marinedi voglia “usurpare” le azioni detenuto dall’Amministrazione Comunale. La Capo d’Anzio SpA è e può essere la dimostrazione che in Italia pubblico e privato possano collaborare insieme per la realizzazione di qualcosa di buono, utile ed efficiente per la cittadinanza. Abbiamo avuto l’assemblea dei Soci pochissimi giorni fa per l’approvazione del bilancio ed il rapporto tra i Soci è ottimale, gli stessi, infatti, condividono un percorso che porti speditamente all’avvio dei lavori per la realizzazione del bacino nord (fase II) e di conseguenza del bacino sud (fase III).
Ciò non basta tante attività per lo sviluppo della cultura marinara, velica e di difesa dell’ambiente marino vogliono essere svolte d’accordo con il Comune stesso e la Marinedi, che ricordiamo è uno dei maggiori operatori della portualità turistica.
Esempi si stanno cominciando a dare e siamo ben lieti di raccogliere suggerimenti, consigli, critiche ed idee di chi ci vorrà esser vicino nell’attività sociale svolta.
Chiedo solo una cortesia, visto il momento delicato di avvio delle attività, che – fermo il pieno diritto di cronaca di critica e libertà di stampa – prima di trattare temi che interessano la Società ci sia un momento informativo con lo scrivente o con gli organi societari che sono a piena e completa disposizione. Ciò al fine di non dare inesatte o incomplete informazioni che possano influenzare negativamente eventuali soggetti interessati ad investire sull’iniziativa, con ciò recando un danno alla società ed alla città. Penso che tale mia ultima affermazione possa esser con buon senso condivisa senza strumentalizzazioni alcuna.
La nostra attività non entra infatti nella diatriba della politica ma vuole essere solo buona amministrazione.
Con stima costante, invio cordiali saluti”