“Ieri nell’assemblea dei soci di Acqualatina si sono verificate alcune dinamiche singolari”. Lo dichiara il sindaco di Nettuno Angelo Casto, che spiega: “Da premettere che il bilancio è stato approvato con il voto favorevole di alcuni Comuni soprattutto del sud pontino e del socio privato. E’ importante far capire che alcuni Comuni compresi Latina, Terracina ed altri si trovano nella condizione di aver sottoscritto in tempi passati un atto di pegno per le proprie quote societarie con la Depfa Bank di Dublino e che quindi può esercitare le proprie prerogative per tutelare i propri interessi. In sostanza se il bilancio non fosse stato approvato la stessa banca avrebbe potuto commissariare i Comuni con pegno potendosi a loro sostituire come previsto dall’atto di pegno firmato nel 2008.
Per quanto riguarda il comune di Nettuno, questo – in quella sede – ha espresso dapprima la sua intenzione di voto contrario, ma con approfondita motivazione tecnica, e poi sincerandosi del numero legale per la votazione ha abbandonato l’assemblea, esprimendo al contempo vicinanza ai sindaci in mano a Depfa Bank.
I comuni a guida PD oltre a votare contro hanno chiesto un cambio di management del CDA, che fu chiesto da subito alle prime riunioni da Nettuno, ma con l’aggiunta di “emolumenti zero” per qualunque politico nel CDA.
Scongiurato al momento, il pericolo che la grande finanza delle banche possa sostituirsi in via definitiva ai comuni dell’ATO4 grazie a molte precedenti amministrazioni comunali, Nettuno – in coerenza con il proprio mandato politico – si rende disponibile da subito per studiare insieme ai comuni gravati da pegno e anche quelli senza pegno, le necessarie strategie per un vero e reale percorso di ripubblicizzazione dell’acqua, ed in tal senso siamo già avanti avendo già approfondito alcune chiavi giuridiche importanti per raggiungere un obiettivo straordinario.
Al punto due (scelta delle società di revisione dei bilanci) abbiamo chiesto subito la parola chiedendo spiegazioni sulle procedure di affidamento esprimendo perplessità sulla richiesta di voto per due società sottoposte al vaglio dell’assemblea. Alle nostre richieste circa le modalità di individuazione di queste due società di revisione da parte del collegio dei sindaci (di cui Nettuno non era stato messo a conoscenza) abbiamo chiesto chiarimenti sull’iter seguito nell’individuazione delle due società presentate. A quel punto è stata approvata all’unanimità la scelta dell’evidenza pubblica.
Al punto 3 (documento dei sindaci), nel quale si chiedevano anche le dimissioni del CDA, il socio privato – forte del suo 49% di quote azionarie, è uscita invalidando la seduta per mancanza di quorum.
Quindi Nettuno ha preso atto che non sussiste più il rapporto fiduciale con il partner privato, e studierà – su tutti i fronti, come già in essere – il sistema di riappropriazione delle prerogative pubbliche, tra i quali è in calendario l’approfondimento delle norme statutarie”.