Comune di Nettuno chiude la vicenda dei titoli derivati, ma arriva la condanna a risarcire la “Nettuno Servizi”

Mentre il Comune di Nettuno riesce a chiudere la vicenda dei titoli derivati, voluti da Marzoli, la tegola “Nettuno Servizi”,  si abbatte sulle casse del comune.

Derivati– L’Amministrazione comunale ha chiuso definitivamente l’operazione economica basata sugli strumenti derivati, un prodotto finanziario ad elevato rischio in quanto direttamente legato all’andamento dei mercati borsistici. Con la delibera di giunta n. 11 del 26 gennaio, l’Amministrazione in carica ha deciso di estinguere tale contratto in modo che l’andamento del prodotto sottoscritto non produca le possibili perdite economiche, anche di alcuni milioni di euro, che sarebbero andate a pesare sul bilancio comunale di qualsiasi amministrazione comunale a venire. “Il momento dei mercati borsistici attuale ci consente di chiudere l’operazione senza costi gravosi per il bilancio comunale – spiega il Sindaco Alessio Chiavetta –lo strumento dei derivati è considerato un azzardo proprio perché dipendente dalla volatilità dei mercati: non è possibile prevenire le perdite finanziarie causate da un andamento non favorevole delle borse, e i costi di tale operazione ricadrebbero inevitabilmente sul bilancio pubblico e quindi sulla collettività dei cittadini. La scelta di sottoscrivere questi contratti derivati è stata presa dalla precedente amministrazione, la quale, in cambio di un’immediata disponibilità di liquidi, ha caricato i rischi dello strumento derivato su chi avrebbe amministrato successivamente la città. L’estinzione del prodotto derivato, invece, elimina questo rischio pendente non solo sull’attuale Amministrazione, ma su chiunque avrebbe governato la città nei prossimi dodici anni: la chiusura di tale strumento rappresenta pertanto una vittoria non solo di questa Amministrazione, ma di tutte le amministrazioni a venire e, chiaramente, della città di Nettuno”.

Nettuno Servizi– Nuova condanna per il Comune di Nettuno per la vicenda Nettuno Servizi. La Corte d’Appello di Roma, sezione terza ha emesso la sentenza che vede respinta la richiesta di nullità dell’arbitrato del novembre 2011 che condannava l’ente a pagare circa 6 milioni. Un lodo discusso non solo per l’entità economica ma anche perché di quella sentenza che vedeva il Comune soccombere alla società della Tributi Italia era del tutto all’oscuro. Il primo cittadino e l’intera amministrazione appresero dell’esito del lodo arbitrale promosso dal commissario straordinario solo dai giornali. E una volta avuta contezza, il sindaco decise di presentare immediato ricorso al Consiglio di Stato. Il 24 gennaio scorso la sentenza è stata depositata. Il presidente Gianni Buonomo così si è espresso: «Dichiara inammissibile l’impugnazione”. Ora a quei 6 milioni di euro di condanna del novembre 2011 alla luce di quest’ultima sentenza, dovranno essere versati altri 30mila euro circa di questa nuova condanna.