Nei giorni scorsi, dopo la finestra caduta a via Ambrosini, ci siamo permessi di dare un suggerimento all’amministrazione di Anzio: rendere nota la situazione dei plessi e far sì che con la massima trasparenza tutti possano sapere dove si è intervenuti, quando, le cose da fare e i soldi disponibili. Non sappiamo se l’idea – o la sfida, fate voi – sarà accettata. Diciamo che nella ipotetica #unaltracittà sarebbe la regola.
Per questo dalle scuole proponiamo che una cosa simile sia fatta per gli impianti sportivi. Mica per niente, fra basket e pallavolo si è arrivati in Tribunale, una recente determina dà incarico legale per far difendere il Comune dall’azione dell’Asd Rugby Anzio, leggiamo che è a rischio la partita di calcio tra Anzio e Nocerina, è noto quanto accaduto per il baseball… Ecco, qual è la situazione? Sindaco Bruschini, assessori Zucchini (patrimonio) Alessandroni (lavori pubblici) e delegato Millaci (sport) abbiamo un quadro? Ed è così difficile renderlo noto?
Sappiamo che c’è voluta la testardaggine del meetup “Grilli di Anzio” per far pubblicare sul sito qual la situazione del patrimonio dell’ente. Ci si capisce ancora poco, abbiamo un elenco ma non sappiamo di più.
Invece sarebbe il caso di capire, una volta per tutte, qual è la situazione. Partendo da un caso emblematico, quello di Falasche. Non ce ne voglia l’assessore Alessandroni che di quella società continua a essere un punto di riferimento, ma come se non bastassero i lavori chiesti dopo l’invio dei preventivi al Comune, c’è un’altra vicenda che va sollevata. Nel 2010 l’amministrazione ha di fatto finanziato il rifacimento degli impianti sintetici del complesso sportivo. Ha messo dei soldi, con l’impegno della società a restituirli.
E’ stato mai fatto? Fino a settembre del 2016 no, c’è una lettera che lo attesta. Ci auguriamo che nel frattempo la cosa sia stata sistemata o sia in fase di sistemazione. Perché altrimenti saremmo di fronte a qualcosa di molto grave. Nessuno in Comune se ne è accorto? Pare di no… Ora una cortesia, evitate di dirci che lì ci sono dei bambini, che si fa attività sociale e tutto quello che sappiamo. E’ vero che si fa questa opera di socializzazione nel nome dello sport, ma ciò non toglie che se devi restituire soldi al Comune – che per questo motivo ti ha prorogato la convenzione di quattro anni – tu debba evitarlo perché fai sport. Troppo comodo. Senza contare che non è che tutte le attività su quelli, come su altri impianti, siano gratuite….
Ecco, partiamo dal caso emblematico e diciamo qual è la situazione di tutti gli impianti e di tutte le convenzioni. Per far capire ai cittadini, per rispettare il famoso 3.0, per smetterla con l’andazzo del “che vai a guardare…”
Chi vuole #unaltracittà parte dal rispetto delle regole. Tutte. E da quello degli impegni assunti, a cominciare da chi ha incarichi pubblici.