Riceviamo e pubblichiamo
Al direttore responsabile di In Libera Uscita
Egregio direttore,
con la presente sono a chiedere la rettifica e la precisazione dell’articolo apparso sull’edizione del 22/03/2017 del vostro giornale online relativa alla dichiarazione resa dal consigliere regionale Santori in merito all’hotel Succi. Costui ha infatti reso nel suddetto articolo una dichiarazione che contiene tre gravi falsità che non corrispondono alla realtà dei fatti.
In primo luogo, non è vero che la struttura venne chiusa nel 2014 per assenza delle condizioni igienico-sanitarie e di smaltimento dei rifiuti. In realtà il complesso immobiliare è stato sì interessato da un’ordinanza sindacale che tuttavia ha riguardato solo la ricettività alberghiera e null’altro.
In secondo luogo è falsa e strumentale l’affermazione resa che recita testualmente: “in seguito la struttura sarebbe stata venduta a una cooperativa che opera nell’accoglienza migranti, rientrata poi nelle indagini su Mafia Capitale…” La struttura immobiliare non è mai stata venduta a nessuno ed i migranti sono ospitati in un’ala della struttura in forza di un regolare contratto di locazione che la Cooperativa Tre Fontane ha stipulato con la proprietà dopo essersi aggiudicata il bando d’asta ritualmente emesso dalla Prefettura di Roma nella piena osservanza della legge. Inoltre, la citata Cooperativa non è mai stata implicata nell’indagine denominata Mafia Capitale ed i vertici amministrativi della stessa sono già stati informati delle dichiarazioni rese dal consigliere Santori nell’articolo in questione, con la conseguenza che provvederanno a tutelare il buon nome della Cooperativa dinanzi alle competenti sedi giudiziarie.
In terzo luogo la Prefettura di Roma è perfettamente a conoscenza della situazione, tanto che, a suo tempo, eseguì il sopralluogo onde consentire alla cooperativa vincitrice del bando di poter stipulare il contratto.
La polemica sollevata da Santori è solo una questione politica che un consigliere regionale porta avanti in cerca di voti sul litorale, consigliato dall’ennesima “tuttologa” della nostra città. E’ sconcertante che un consigliere regionale non abbia la capacità di comprendere dai documenti e dalle autorizzazioni di legge la differenza tra una situazione privatistica e una istituzionale. E’ bene che controlli, certo, ma è vergognoso che lui e la sua “tuttologa” locale comunichino delle falsità. Alla tuttologa consigliamo più modestia. Questa città ha già tanti personaggi e servirebbe meno protagonismo e più coesione. Tutti questi chiarimenti restano inutili di fronte ad un problema internazionale che riguarda tutta l’Europa come la migrazione che viene trattato a così basso livello scendendo sul personale. Diventa più facile capire il fallimento del centrodestra a Roma nell’era Alemanno visto che Santori in quel periodo ha ricoperto l’incarico di consigliere di Roma Capitale, ed è meglio che stia lontano dalla nostra città visti i suoi risultati politici a Roma. Sartori pensasse a chiedere scusa ai romani e a quegli elettori di centrodestra che avevano creduto (poverini) che poteva gestire Roma. Con gente come lui il centrodestra è destinato a non governare per i prossimi 100 anni, per questo è meglio che stia lontano da Anzio”.
La famiglia Succi