“Perché il comune di Nettuno ha potuto licenziare l’IPI in 24 ore e quello di Anzio invece si tiene bene stretta la Camassa nonostante abbia fatto diventare la nostra città una discarica a cielo aperto? Cosa lega una società ancorchè commissariata per mafia alla nostra amministrazione? Cosa altro deve succedere dopo una raccolta differenziata fallimentare, discariche ovunque, isole ecologiche impraticabili, strade maleodoranti, in pratica mezzo capitolato disatteso senza contestazioni serie e ritenute sulle fatture tuttora liquidate in toto”. Interviene in una nota il segretario del Psdi Paride Tulli. “Condivido la protesta dell’amico Gianni Del Giaccio, forse sarebbe il caso di alzare il tiro arrivando a bruciare le cartelle della TARI in piazza. Le denunce fatte lo scorso anno dal sottoscritto giacciono ancora sui tavoli della magistratura contabile e penale purtroppo, per non parlare dell’omertà interna al comune di organismi preposti al controllo ma troppo presi a lottizzare appalti e gare. Evidentemente la lezione di Nettuno e Ardea non è stata sufficiente per qualcuno, coraggio fra otto mesi vota”.