Liberi e Uguali: “Anzio non è Montecarlo. Bisogna riqualificare il bacino storico”

porto-anzio-3“Anzio come Montecarlo. Con queste parole il presidente della Capo d’Anzio, Ugo Marchetti, annuncia che il consiglio di Amministrazione della società ha approvato il bando di gara per la realizzazione di 457 posti barca destinati al diporto. Annuncia anche che si sta spendendo personalmente per ottenere un finanziamento bancario entro il 22 febbraio, data della prossima riunione del Consiglio di Amministrazione, in modo tale che “ad investire sia anche la Città e non solo il privato aggiudicatario dei lavori, con la permuta dei posti barca” perché il Porto è dei cittadini di Anzio. Come prima cosa verrebbe da dire che Anzio non è Montecarlo e che merita un proprio modello di sviluppo compatibile con la sua storia, le sue tradizioni e le sue potenzialità”. Così in una nota Simonetta Pagliaricci, Liberi e Uguali Anzio-Nettuno.
“Ricordiamo, infatti, che il porto di Anzio è un porto regionale tetravalente (commerciale, peschereccio, trasporto passeggeri e turistico) e che persino la ratio del megaprogetto originario, da noi sempre contestato, prevedeva prima il completamento del porto commerciale e poi di quello destinato al diporto.
La direzione che si è intrapresa, resa possibile dall’inversione del cronoprogramma dei lavori, trasforma di fatto il porto di Anzio in una marina. Ci chiediamo, quindi, a quando la programmazione e la riqualificazione del porto commerciale? Quali garanzie che l’investimento sui posti barca sia fruttuoso e, oltre a ripagare gli investitori, possa finanziare proprio la ristrutturazione della parte pubblica del porto?
Di fatto, ci troviamo di fronte ad una modifica del progetto senza un atto formale.
Altro punto critico riguarda il finanziamento. Pare siano stati chiesti 10 milioni di euro da parte della capo d’Anzio. Cosa succede se non vengono finanziati? Il bacino interno, di fatto lo storico porto di Anzio, verrà consegnato all’investitore privato? Troppe le domande che restano insolute in questa operazione e troppi i rischi a cui si espone la città. Perché ricordiamo che Anzio ed il suo porto sono cosa indissolubile. Ribadiamo, pertanto, la necessità di rimodulare il progetto del porto di Anzio attraverso la riqualificazione del bacino storico ponendo attenzione a tutte le attività legate all’economia del mare che da sempre caratterizzano Anzio”.