“Un sabato qualunque. Apprendiamo appena ora della “lettera aperta” inoltrata alla stampa locale da quattro consiglieri di maggioranza. E’ con non poco stupore che rileviamo ulteriormente un modus operandi ormai consolidato di alcuni colleghi che, evidentemente refrattari al confronto, sono soliti esternare il loro pensiero attraverso i media. Intendiamo, quindi, rispondere con un unico comunicato alle 4 diverse lettere pubblicate, atteso che appare fin troppo evidente sia unica la mano che scrive, come è unico il disegno di chi, mal celato tra “mi piace” profusi sui social e comunicati sempre alle medesime testate, ordisce ai danni di questa amministrazione, in primis del Sindaco e quindi dei rappresentati legittimamente eletti di questa città”. Consiglieri sempre più divisi, a Nettuno, in una guerra a colpi di comunicati stampa. I consiglieri Sara Bonamano Donato Gallina Gianluca Latini Roberto Lucci Claudio Monti Chiara Pittoni Laura Pizzotti Katia Ricci Diego Tortis Eleonora Trulli rispondono ai quattro (Daniela De Luca, Marco Montani, Giuseppe Nigro e Simonetta Petroni) che nelle ultime ora hanno sollevato un polverone facendo pubblicare delle lettere contro il sindaco di Nettuno su un giornale locale. “Anche noi non avremmo mai voluto vederci costretti a rispondere tramite la stampa a cotanta tracotanza, carica di un livore che, dobbiamo tristemente constatare, stride fortemente con la nostra personale azione politica che, sfidiamo tutti a smentirlo è ispirata a canoni di onestà e correttezza ed è scevra da logiche mirate all’occupazione di poltrone, atteso che nessuno di noi 10 ha mai chiesto e mai chiederà, e questo è sotto gli occhi di tutti. Pertanto, non possiamo accettare che 4 paladini dell’etica dell’ultima ora, che prima delle “idi di marzo” nulla avevano mai recriminato, si permettano di ledere i nostri diritti di donne e uomini prima, e di politici poi, accusandoci di non meglio specificati fatti e comportamenti che invece avrebbero richiesto una più puntuale spiegazione all’interno della maggioranza sia come atto dovuto, oltre che di coraggio. Non possiamo certo tacere sulla distorta percezione della realtà che nei cittadini potrebbero ingenerare espressioni come “corrente” o “gruppetti” quando ci si rivolge a 10 consiglieri che, come invece è nell’ordine delle cose, rappresentano senza ombra matematica di dubbio la maggioranza, sia secondo le più elementari regole della democrazia, sia alla luce di quel regolamento interno che, lo ricordiamo a noi stessi prima che ai 4, trova quale prima regola condivisa e votata da tutti l’assoluta riservatezza, puntualmente violata con ripetuti comunicati di mera lamentela. Noi, come invece altri, non crediamo di essere depositari della verità, non abbiamo la pretesa di sapere meglio di tutti quale sia il bene assoluto della città o la volontà di ogni singolo cittadino, ma crediamo nella democrazia e nelle regole che ne garantiscono l’attuazione, come crediamo fermamente nei principi del M5S. Non abbiamo “chiesto la testa di nessuno”, ma solo manifestato un disagio e rappresentato dei fatti che apparirono chiari già 1 anno fa in occasione dell’incontro con l’On. Alfonso Bonafede il quale fu cristallino nell’ammonire che il M5S non è un “poltronificio” invitando coloro che già erano titolari di una carica, elettiva o no, a non aspirare ad altre e superiori cariche in corso di mandato. Dinanzi ad un turbinio di candidature smentite solo a parole e per altro solo a mezzo stampa, abbiamo espresso una libera manifestazione di volontà precisando che non avremmo tollerato né allora né in futuro che con atti dettati da mero spirito personalistico qualcuno potesse minare i principi del Movimento 5 Stelle, mettendo così alla berlina la nostra integrità e libertà politica.
La libertà non è solo un diritto, è anche un dovere! Infine, ribadiamo la nostra fiducia incondizionata al Sindaco, convinti che Angelo Casto sia il miglior sindaco che questa città possa avere, come a lui mostriamo tutta la nostra solidarietà per quello che oggi appare, più o meno trasversalmente, l’ennesimo attacco alla sua persona, per il quale chiediamo ai nostri colleghi immediate e pubbliche scuse.
In ogni caso qualora i 4 colleghi ritengano che qualsiasi decisione presa sino ad oggi non sia stata condivisa secondo le regole che noi stessi ci siamo dati, li invitiamo ad una riunione di maggioranza anche pubblica affinché sui lamentati temi si pervenga a nuova e definitiva votazione”.