Si è svolta ieri, l’attesa conferenza dei servizi convocata per discutere in merito al maxi impianto di panellli fotovoltaici che dovrebbe sorgere all’interno del Poligono di Nettuno. Presenti il Comune di Nettuno che si è detto “Contrario all’impianto perchè sorgerebbe in una zona destinata a verde pubblico dal PRG“, la ditta che dovrebbe realizzare l’impianto autorizzato dal Ministero della Difesa. La Provincia di Roma ha manifestato tutte le sue perplessità e contrarietà al progetto, dati gli importanti vincoli esistenti. Va dato atto Palazzo Valentini di aver correttamente organizzato questo incontro preventivo anche per evitare perdite di tempo ai proponenti. Alla riunione non erano presenti però i rappresentanti della Regione, ma è chiaro che non potrà che confermare la posizione espressa dalla Provincia di Roma. “Risulta che i proponenti abbiamo manifestato disappunto circa la posizione espressa dalla Provincia, adducendo come motivazione il fatto che la gara di appalto si sarebbe già svolta – dichiara Filiberto Zaratti, Consigliere di Sinistra ecologia e libertà alla Regione Lazio – Ma difficilmente un progetto del genere potrebbe superare il vaglio delle obbligatorie autorizzazioni provinciali, regionali e del Ministero Beni Culturali: dall’impatto ambientale alla valutazione di incidenza, dai nulla osta paesaggistici e urbanistici”.
Intanto ha preso il via la mobilitazione dei cittadini contro il mega impianto fotovoltaico, martedì scorso nello spazio antistante alla zona militare del centro Esperienze Artiglieria, si è svolta una manifestazione. La protesta è stata indetta dal Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà della città del tridente, hanno partecipato esponenti del Partito di Rifondazione Comunista e dell’associazione “Grilli Scardusi” movimento Cinque Stelle. “Siamo contrari all’istallazione di un impianto fotovoltaico all’interno dell’area militate del Poligono di Nettuno, quest ‘impianto che si estenderebbe per ben 75 ettari su un’area naturalistica, archeologica di vitale importanza per il nostro territorio – ha spiegato Francesca Tammone di SEL, che prosegue – oggi abbiamo organizzato la prima di una serie di proteste, sappiamo che i nettunesi non sono ancora sufficientemente informati sulla questione, ma metteremo in piedi tutte le azioni possibili ad impedire questo scempio intervenendo anche a livello regionale, perchè bisogna evitare danni a quello che consideriamo un patrimonio naturalistico irrinunciabile. I pannelli fotovoltaici possono essere istallati sui tetti delle caserme. Il bosco, i terreni e la macchia mediterranea con i suoi fiumi e le dune chiusa dai confini del demanio militare, presenta una serie di vincoli ambientali che riguardano alcune zone, ma crediamo che tutto il territorio compreso nel demanio militare vada protetto da speculazioni di ogni tipo e da impianti impattanti“.
L’area del poligono militare di Nettuno è uno degli ultimi esempi di lembo forestale residuo di una più vasta area denominata “antica selva del Circeo e di terracina” che in passato si estendeva lungo tutto il litorale compreso tra roma e Napoli.