“Riflessioni al risveglio”. Si intitola così la lunga nota inviata dal Movimento 5 Stelle di Nettuno a poche settimane dalla caduta della giunta e il commissariamento. “Qualcuno dice che è la fine di un sogno, noi ci permettiamo di dire che è solo l’inizio.
Un’esperienza quella amministrativa, davvero totalizzante e impegnativa, che ci ha permesso di toccare con mano non solo i problemi derivanti dalla cattiva gestione della cosa pubblica, ma anche quelli causati da una macchina amministrativa del cui funzionamento farraginoso, siamo indotti a darne troppo spesso e superficialmente la colpa a coloro che tutti i giorni si impegnano per farla funzionare.
Un’esperienza che è finita prima della sua naturale scadenza poiché quasi certamente non sono stati fatti i conti con le sfaccettature dell’animo umano. Non tutti erano disposti a far tacere la propria personalità per una causa ben più importante del proprio ego: il bene comune.
Qualcuno lo ha fatto capire fin da subito, qualcun altro lo ha fatto emergere pian piano e riguarda qualche assessore così come qualche consigliere, ma almeno all’inizio in una normale ottica di relazioni umane.
Usiamo la parola ego perché non possiamo e non vogliamo entrare nel merito di altri significati che lasciamo interpretare ad altri; non spetta a noi.
Fin da subito sono cominciate le difficoltà, dovute in massima parte alle reali situazioni di disagio finanziario e di personale emerse dalla ricognizione dell’apparato comunale che unite alla cattiva gestione delle competenze professionali, avevano creato un mix di situazioni davvero difficili da districare.
In questo primo periodo, consapevoli degli ostacoli che incontravamo quotidianamente per portare a termine gli obiettivi del programma politico, abbiamo permesso a volte inconsapevolmente, che la prima giunta assumesse un ruolo politico oltre che gestionale, di esclusiva competenza del consiglio, esautorando di fatto quest’ultimo dalle decisioni spettanti agli eletti; a volte perfino in contrasto con gli indirizzi emanati. Cominciava a prendere corpo una contrapposizione tra questa e i consiglieri che si nutriva di sospetti, recriminazioni e rimproveri in una sorta di “divide et impera” che nulla aveva a che vedere con gli obiettivi politici che ci eravamo posti e che avevamo il dovere di raggiungere insieme. In questa chiave di lettura anche la futura astensione di tre consiglieri di maggioranza in consiglio comunale assume un connotato molto diverso da quello che a torto è stato da alcuni definito “dissidente”.
Un comportamento forse dovuto alla paura di non riuscire a superare le evidenti difficoltà gestionali ma che invece ha portato molti ex assessori a chiudersi in una “torre d’avorio”.
Non è un segreto per nessuno il fatto che le decisioni della giunta venissero apprese dai consiglieri solo dall’albo pretorio o a mezzo stampa, con la quale fin da subito si è stabilita una sorta di collaborazione coordinata e continuativa, in barba alla comunicazione politica interna e a quella istituzionale.
Ma non a tutta la stampa locale però: il privilegio è stato concesso soltanto ad una testata online di cui molti di noi avevano sempre ignorato l’esistenza; che si è prodigata a pubblicare fino a 14 articoli nell’arco di un solo giorno, riguardanti gossip e opinioni personali. Testata che quando non agiva “motu proprio”, riportava pari pari notizie tratte dalla pagina social “istituzionale” del secondo cittadino e che non riuscivamo a trovare sulla pagina istituzionale. Comunicazione politica? Istituzionale?
La stessa testata che ha previsto e propagandato la fine della giunta Casto molto prima che ciò avvenisse realmente, di fatto instillando nei cittadini il timore per l’imminente futuro, con fumose “verità” ed evidenti illazioni, quando non vere e proprie falsità. Ma si sa, i click pagano e preparare il terreno è sempre utile a garantirseli: il futuro può cambiare da un momento all’altro.
Peccato che poi dita così veloci sulla tastiera non siano riuscite con la voce a formalizzare una semplice domanda al sindaco in sede di conferenza stampa pubblica. Misteri del giornalismo.
Intanto i consiglieri lavoravano alacremente nell’ambito delle proprie competenze: ai progetti, ai regolamenti, ai sopralluoghi, alle relazioni e alle indicazioni politiche da dare alla giunta, per riuscire a cambiare la loro città del cuore, che aveva dato loro le chiavi per la sua rinascita.
Anche qualcos’altro cominciava però ad emergere, qualcosa che strideva con le reali proposte politiche che a volte venivano contrastate, a volte totalmente disattese.
Le operazioni di ordinaria amministrazione cittadina venivano fatte passare per grandiose operazioni di rinnovamento strategico, sempre esaltate dalla pagina facebook del vicesindaco oltre che dalla citata testata online, in una sorta di autocelebrazione assessorile che suonava troppo discordante dai principi della corretta gestione del “buon padre di famiglia”.
Non parliamo dei principi fondanti del M5S perché troppo spesso sono stati menzionati e troppo spesso a sproposito per giustificare o mettere a tacere situazioni sgradevoli o di conflitto che quotidianamente venivano a crearsi, quasi una sorta di “forbice” utilizzata per troncare una normale dialettica politica o per minacciare espulsioni, proprio da chi poi ha pagato le conseguenze del proprio agire in modo scorretto.
Tutto questo avveniva contemporaneamente ad un lento e inesorabile distacco della maggioranza dei consiglieri da una giunta che procedeva per la sua strada facendo finta di ascoltare i cittadini, anche per legittimare progetti che di fatto erano stati già decisi senza ascoltare le indicazioni politiche loro comunicate, anche per iscritto.
La rottura definitiva ed eclatante è avvenuta nel momento in cui questo percorso di distacco ha raggiunto il suo apice con la candidatura di un assessore di Nettuno a sindaco del comune di Anzio attraverso l’inserimento di una sua propria lista in uno scenario già occupato da due gruppi in attesa di certificazione dal M5S, con il rischio fin troppo evidente di non vederne certificata nemmeno una. Ma chissà se questa eventualità, fosse in realtà il fine ultimo?
E l’averlo appreso dai media anziché dai diretti interessati, che hanno negato fino all’ultimo qualsiasi coinvolgimento nella la politica dei cugini di Anzio, ha messo drammaticamente in evidenza che il dialogo fra giunta e consiglieri era ormai irrimediabilmente compromesso, in un andirivieni di smentite che a ripensarci oggi… strappa un sorriso.
La risposta alle nostre domande, e ricordiamo quella sbandierata da più o meno tutti i componenti dell’allora giunta, fu che le aspirazioni personali non entravano in contrasto con nessuna legge dello Stato e pertanto ampiamente legittime. E mentre un assessore presentava la sua lista allo staff nazionale, un altro si candidava alle parlamentarie e un altro ancora era pronto per lo staff regionale.
Insomma, il presentimento iniziale e la sensazione che la soluzione dei problemi dei cittadini nettunesi non fosse poi così urgente e che l’investitura di qualche carica politica a Nettuno avesse la funzione di “trampolino di lancio” ha preso corpo pian piano, in un crescendo rossiniano che ha avuto il suo epilogo con le dimissioni, prima minacciate e poi presentate, di 5 assessori su 6, in un atto di forza che crediamo mai sia avvenuto nella storia della nostra città.
Ma come evidente fin dalle prime ore dall’accaduto, una giunta così blasonata, efficiente e preparata, ha cominciato a gettar fango, con una caduta di stile e di dignità che mai, davvero mai neanche questa si era vista prima in questa città, con la complicità del solito giornale online che si è prestato a pubblicare e commentare documenti politici interni avuti di soppiatto da chi aveva il compito di custodirli ma che in realtà pensava più a se stesso che al bene pubblico.
Si perché il fango avrebbe dovuto essere oltre che per il Sindaco, il cui torto originale è l’essersi fidato delle persone sbagliate, anche per i 10 consiglieri di maggioranza che gli avevano presentato un documento politico di malessere interno, chiedendo come ovvio, di allontanare i tre assessori in tutt’altre faccende affaccendati.
Specchio dei tempi? Forse. Meno male che di giornali seri ne esistono ancora e dovrebbero, con serietà, combattere il lavoro di certi colleghi pennivendoli, che non hanno alcun interesse per la verità ma solo per il guadagno generato dalle visualizzazioni dei banner commerciali del sito web. La libertà di stampa può morire anche a colpi di click: dovremo tenerlo a mente.
Tutto il polverone sollevato ad arte e finito negli occhi dei cittadini attraverso accuse di chissà quali fatti gravi, “indicibili”, riguardanti fantomatici preventivi e azioni da codice penale commessi dai dieci consiglieri fedeli ai cittadini ai quali si sono poi aggiunti l’undicesimo e il sindaco, ha a nostro avviso avuto un duplice scopo: non solo quello di provare a riabilitare figure estromesse dalla cosa pubblica, ma anche quello di preparare l’ultimo atto di una tragedia farsesca iniziata con la minaccia di dimissioni da parte del “pacchetto assessorile”, che non avendo però sortito l’effetto desiderato, pur di privare Nettuno del suo legittimo governo, in un abietto gioco di squadra si è servito dei consiglieri di opposizione e di quattro traditori della città.
Purtroppo dopo aver cercato di parlare con loro più e più volte per un dialogo costruttivo, essere stati bloccati telefonicamente oltre ad essere stati accusati di averli insidiati con messaggi intimidatori, “traditori” è l’unico termine col quali riusciamo ad appellarli. A nulla è valso il dialogo aperto con lo staff nazionale per cercare di comporre gli screzi. A nulla è valsa la richiesta di colloquio da parte di un Deputato della Repubblica. Il sentiero era già tracciato.
Una caduta programmata con attenzione, avvenuta alla vigilia della festa della Patrona, in una città che la vive ogni anno con una emozione piena e intensa e che ha ottenuto tra i risultati, uno sconforto emotivo molto profondo non solo per il sindaco e i suoi consiglieri ma in tutti coloro che ne hanno preso parte, anche solo come spettatori. Un vuoto emotivo accompagnato dalla rabbia di non poter vedere il proprio Sindaco là dove era il suo posto, in mezzo alla gente. Un Sindaco che ha donato il suo stipendio ai più bisognosi. Sarà difficile dimenticarlo in fretta.
Malgrado l’avvilimento, sentiamo ancora addosso la responsabilità del compito difficile e onorevole che ci hanno affidato i cittadini e abbiamo imparato dai nostri errori che certe anomalie devono essere stroncate sul nascere, per il bene della città.
Inutile elencare quello che abbiamo fatto in 20 mesi: è sotto gli occhi di tutti, grazie anche agli ex assessori dimissionari e soprattutto ai cittadini.
Forse avremmo potuto fare di più, specialmente con la nuova giunta scelta dal sindaco e con la quale siamo riusciti in perfetta sintonia non solo a definire e perfezionare i progetti in itinere ma anche programmare nuove soluzioni in tutti i settori nevralgici per la vita e la rinascita della nostra città.
Stavolta si, nel vero spirito 5 stelle.
Ci hanno imposto solo una piccola pausa.
In alto i cuori.
MOVIMENTO5STELLE NETTUNO[sg_popup id=”3″ event=”onload”][/sg_popup]