di Menuccia Nardi
L’altro giorno riflettevo su quanto sia diffusa ai giorni nostri l’abitudine di scrivere, di quanto si comunichi ormai più frequentemente con un messaggio scritto piuttosto che a parole (o almeno questa è la mia impressione).
Certo, detto da me che per hobby e per passione scrivo su un blog forse non fa testo, ma in effetti basta farsi un giro sui social per comprendere quanto sia in realtà diffusa l’abitudine di condividere un pensiero con un messaggio scritto.
Parlando con un’amica alcuni giorni fa ho poi scoperto che c’è chi addirittura tiene ancora un diario. Sono sorpresa? A dirla tutta non più di tanto, perché conosco benissimo gli effetti spesso positivi di poter tradurre in scrittura un concetto. Innanzi tutto aiuta a mettere a fuoco le idee, e poi scrivere a volte può avere un effetto liberatorio, quasi terapeutico oserei dire: sì perché un foglio bianco su cui scrivere può essere in alcuni casi anche una valvola di sfogo, anziché “dirtene quattro”, “te ne scrivo otto”. Magari l’idea del foglio bianco oggi non va intesa nel senso più tradizionale del termine, ma anche scrivere su una tastiera o sul display di un telefonino (come spesso accade) ha più o meno lo stesso effetto…da sempre direi. Leggendo infatti qua e là come faccio di solito ho scoperto che oggi si ricorda un compleanno: il 12 giugno del 1942 ad una ragazzina veniva regalato un diario per il suo tredicesimo compleanno. Si chiamava Anna Frank.