di Claudio Pelagallo
È ancora possibile parlare di un esempio positivo di sanità pubblica nel nostro paese, nonostante l’imperversare sui mass media di esempi, tutt’altro che edificanti, di mala sanità, perché, com’è noto, il bene non fa notizia. La sanità pubblica è ciò che, come società, facciamo collettivamente per assicurare le condizioni perché le persone siano in salute. Ad ogni essere umano capitano, nel corso dell’esistenza, momenti difficili: lutti, interventi chirurgici, sconfitte, e così via. In queste circostanze, per potersi riprendere, è necessario ricorrere alle parti più positive di noi, agli aspetti più belli e sani della propria esistenza. Ma occorre anche poter usufruire del sostegno di strutture adeguate dove rivolgersi in caso si abbia la necessità di cure mediche.
In un ampio parco, immerso nel verde di una villa cardinalizia, è situato l’Ospedale Villa Albani di Anzio della Asl RMH, è una struttura specializzata in Riabilitazione Motoria, che espleta la sua principale attività attraverso l’Unita Operativa Complessa di Recupero e Riabilitazione Funzionale, diretta dal dott. Stefano Serafino, ottimamente coadiuvato da un’equipe medica di grande esperienza, che vede tra gli altri, il Fisiatra dott. Ennio Pacilio e la dott.ssa Annalisa Pannullo. Un Reparto, “ex Contini” oggi Ferraresi, in cui si privilegia il rapporto umano con il paziente nel contesto di un ospedale moderno, organizzato con cura ed efficienza, in grado di offrire prestazioni medico-assistenziali di alto livello in linea con i migliori standard.
Il Reparto degenza ben organizzato dalla Caposala Rosa Rustico con le infermiere e gli infermieri, mai insofferenti, sempre pronti ad aiutare il malato, eppure in quel reparto si pedala, perché è un reparto difficile che cura anche molti pazienti che hanno subito gravi traumi e spesso anziani.
Il Reparto riabilitazione è affidato ad un gruppo di terapisti molto professionali, preparati, attenti alle esigenze dei malati, cordiali e molto pazienti. Vicinanza e sostegno accompagnano i malati verso il recupero.
Ma anche al Villa Albani i tagli lineari disposti dalla Presidente Polverini si sono fatti sentire: dal 1° gennaio del 2011 i posti letto in day hospital per la riabilitazione sono stati ridotti da 20 a soli 4, mentre il blocco del turn over del personale, (chi va in pensione non viene rimpiazzato) ha comportato, nell’arco di 10 anni, quasi il dimezzamento di terapisti ed infermieri. Una politica che ha cercato di distruggere la rete di servizi pubblici a favore delle strutture private. Non è certo indebolendo le strutture pubbliche che si ottengono risorse in più: i tagli imposti e il blocco delle assunzioni hanno forse consentito alla Regione Lazio qualche apparente risparmio di cassa, ma hanno reso il sistema più iniquo, più inefficiente, soprattutto più costoso per gli utenti.
La situazione della sanità è uno dei punti caldi delle amministrazioni regionali. Il modello italiano della sanità pubblica, che viene in questi mesi attaccato da più parti e che è spesso oggetto di giuste lamentele da parte di un ampio settore della cittadinanza, deve tenere conto di due importanti fattori: tutelare la salute facendo quadrare i conti. Si contano sulle dita di una mano le strutture sanitarie nella nostra regione che, tra mille difficoltà, riescono ancora a soddisfare l’utenza. E l’ospedale di Villa Albani è tra queste. Contribuendo, così, ad alzare in su l’asticella nel gradimento della medicina pubblica, giudicata come unica strada percorribile per ottenere prestazioni mediche diffuse, efficaci ed efficienti per l’intera popolazione obiettivo che si può raggiungere solo attraverso, l’efficienza e l’umanizzazione dei servizi sanitari.