La prima indagine sugli effetti da contaminazione nelle popolazioni di 91 comuni, rivela dati shockanti. Lo scorso anno riscontrato arsenico nell’acqua in alcune zone di Anzio e Nettuno.
Si muore per colpa dell’arsenico contenuto nell’acqua potabile della Regione Lazio. “Dal 1990 al 2009 la contaminazione superiore ai 20 microgrammi/litro ha causato plausibili effetti sulla salute nelle popolazioni residenti. Con un eccesso di mortalità per tutte le cause, soprattutto tumori del polmone e della vescica negli uomini per i cittadini della provincia di Viterbo”. A stabilirlo sono i dati della prima indagine Valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio, realizzata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio (Ssr). Lo studio ha registrato gli effetti nel tempo dell’arsenico sulla salute delle popolazioni residenti in 91 comuni della Regione, sottoposti negli ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico nelle acque destinate a consumo umano.
“Nella provincia di Latina – riporta l’indagine – si osserva un eccesso significativo della mortalità per tutti i tumori (+12%). Per quanto riguarda la singole cause tumorali c’è un eccesso per il tumore del polmone e per quello della vescica negli uomini”. La ricerca è stata presentata oggi a Viterbo da Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde Italia) per la zona di Viterbo e da Luciano Sordini, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Viterbo.
“La ricerca – afferma all’Adnkronos Salute Antonella Litta – risale ad aprile 2012 ma non è mai uscita, mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni che l’arsenico e’ legato ad un aumento delle morti e della malattie correlate”. L’arsenico è da decenni considerato un cancerogeno di classe 1 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Eppure e’ presente nelle acque potabili in Italia, da oltre dieci anni, è “fuori controllo, arrivando a superare in alcune zone di ben 5 volte il limite previsto dall’Europa dei 10 microgrammi/litro. Un rischio elevato per la salute – avverte Litta – e il nostro Paese non e’ ancora riuscito a bonificare dall’arsenico le reti idriche in molte zone della penisola”.
Nel 2011 il limite di 12 microgrammi per litro fu superato a: Piazza Lavinia, al serbato di Sant’Anastasio ad Anzio. Acqua potabile vietata per i minori di tre anni nei comuni in cui il ministero della Salute ha concesso, sempre lo scorso anno, la deroga per i parametri di fluoruro e arsenico. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda molti comuni tra i quali: Anzio, Nettuno, Aprilia, Cisterna. Il Consiglio dei ministri prorogò fino al 31 dicembre 2012 lo stato di emergenza per la concentrazione di arsenico nelle acque destinate all’uso umano di decine di Comuni della Regione Lazio.