“Rinaldi era un guerriero, per gli appassionati di pugilato a Roma era il gladiatore che veniva da Anzio per infiammare le arene romane”. E’ questo il ricordo del grande Giulio Rinaldi che il direttore del sito web BoxringWeb.net, Flavio Dell’Amore ha rilasciato ad InLiberUscita.it. “Piaceva alla gente, questo era il suo grande pregio – continua il direttore Flavio Dell’Amore – aveva un grande seguito ogni volta che saliva sul ring. Ricordo negli anni 60’ in una riunione a Roma, a bordo ring c’erano personaggi del mondo del cinema, ma i flash dei fotografi erano tutti per Giulio Rinaldi, l’unico in quegli anni che riusciva a portare 3000 – 4000 persone in una riunione di pugilato”. Com’era sul ring il grande Giulio? “La sua box era istintiva, veramente sembrava un guerriero nel suo modo di boxare, tecnicamente aveva dei limiti, ad esempio non sapeva difendersi bene. Se in quegli anni avesse migliorato anche la sua tecnica avrebbe vinto molto di più. Ma questo interessava poco ai suoi tifosi – continua Flavio Dell’Amore – Rinaldi poteva anche perdere, tutti erano pronti a dire:”Vincerà la prossima volta”. Amavano il Giulio Rinaldi personaggio a prescindere dai risultati sul ring. Questo fatto credo che sia una cosa rara se non unica nel mondo dello sport italiano, e fa capire bene come era speciale il rapporto tra lui ed i suoi tifosi”.
Il sito internet www.boxeringweb.net ha pubblicato oggi un articolo in cui si ricordano le tappe più importanti della carriere sportiva di Giulio Rinaldi, articolo che vi riportiamo di seguito ringraziando il Direttore Flavio Dell’Amore.
Giulio Rinaldi ha lasciato il ring della vita , poche decine di ore fa, a metà luglio.
46 anni fa il mese di luglio diventava uno dei palcoscenici più preziosi per la carriera del campione di Anzio.
Olimpionico a Melbourne nel 1956, campione d’Italia professionisti nei mediomassimi già nel 1960 con la clamorosa vittoria su Santo Amonti, Giulio era salito agli onori delle cronache mondiali nel 1961 quando affrontò Al Madison Square Garden di New York il mitico Archie Moore che allora deteneva il mondiale dei mediomassimi riconosciuto però solo dalla Nysac. L’anziate negli anni sessanta fu il pugile italiano ad attirare più folle sopratutto nella capitale.
Rinaldi era partito per l’America pieno di speranze. A Roma nell’ottobre del 1960 il grande Moore lo aveva battuto in una serata indimenticabile, riteneva quindi possibile la replica . Ma la “vecchia mangusta” anche a 48 anni ne sapeva una più del diavolo e Giulio quella sera non riuscì a prevalere in più di cinque riprese.
Moore vinse le altre e si confermo’ campione alla fine di 15 riprese combattute se non esaltanti .
A Rinaldi tornato mogio alla sua Anzio rimaneva , comunque, la strada maestra aperta verso il titolo continentale.
Lo conquista contro lo scozzese Chic Calderwood a Roma davanti al suo pubblico pur con un verdetto di squalifica al nono round.
“Rinaldone” difende lo scettro contro Schoppner nel 1963 prima di entrare in un 1964 poco fortunato.
Perde per squalifica a Roma contro il tedesco Volhers poi nell’aprile dello stesso anno accetta la trasferta a Dortmund contro Gustav Scholz, anni 52, all’ultimo match in carriera.
Tutto è ostile a Giulio in terra tedesca , soprattutto l’avaro verdetto. Perde per squalifica alla nona ripresa !!
Ecco che l’occasione per tornare sul tetto d’Europa materializzatasi per l’otto luglio del 1965 diventa un momento cruciale della carriera.
Si combatte con tanto di diretta televisiva della Rai all’Hotel Cavalieri Hilton di Roma davanti a una ristretta e qualificata platea contro un altro tedesco: il 40enne Klaus Peter Gumpert che aveva nel record una sola sconfitta e veniva da nove vittorie consecutive di cui sei per ko .Rinaldi esaltato dal calore del pubblico inizia molto bene.
Gli “entra” bene il jab, lo doppia spesso con efficacia e al quarto assalto con un colpo al corpo mette in ginocchio il tedesco. Per sei riprese Gumpert sembra in soggezione davanti al gigante anziate, poi la sua velocità di braccia, l’uso di un efficace diretto destro iniziarono a creare problemi.
Al sesto assalto in una uscita di clinch Gumpert scaglia un imperioso gancio sinistro alla mascella di Rinaldi che va al tappeto. Ora il pubblico ammutolisce. Rinaldi si rialza e continua a combattere. Pare aver assorbito bene il colpo .
Alla nona ripresa ancora brividi. Rinaldi con un colpo irregolare mette il tedesco al tappeto. Gumpert si rialza per fronteggiare la furia cieca e scomposta dell’italiano ma è costretto a”riposarsi” ancora sul tavolato.
A questo punto il match sembra vinto e invece Gumpert infila due terribili destri d’incontro su Rinaldi che vacilla ma regge. Giulio riparte con i suoi attacchi scevri di stile ma efficaci e questa volta Gumpert non sopporta fisicamente l’impatto.
Al tredicesimo round vola la spugna. Rinaldi è nuovamente Campione d’Europa dei mediomassimi.
Non fu uno dei match più spettacolari di Giulio ma certo uno dei più importanti in una carriera terminata nel 1970 con la sconfitta contro Adinolfi.