Arsenico nell’acqua: in 56 comuni del Lazio valori troppo elevati

Acqua all’arsenico: scadute le deroghe, dal 1° gennaio vietato bere in molti comuni nel Lazio

di Claudio Pelagallo

E’ scaduta il 31 dicembre la deroga che ha consentito di erogare l’acqua con livelli di arsenico oltre i 10 microgrammi litro, e a giudicare dagli ultimi dati disponibili, in molti comuni la pericolosa sostanza presente nell’acqua supera questo limite di guardia. Nessuno deroga ora è possibile dopo quelle concesse dall’ Europa negli ultimi dieci anni: gli enti gestori dovranno assicurare comunque l’acqua – sei litri la quantità raccomandata dall’Istituto superiore di sanità – mentre i sindaci si troveranno costretti ad emettere ordinanze di divieto. Senza dimenticare la concreta ipotesi di una procedura d’infrazione europea. Allarme in tutta la regione con migliaia di cittadini ancora esposti all’acqua avvelenata, mentre dagli atti parlamentari emerge il possiibile scenario: un nuovo stato di emergenza teso allo sblocco di risorse economiche al momento non disponibili. Per Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. “Occorre un piano di emergenza immediato che coinvolga sindaci, istituzioni locali e Protezione civile per mettere in campo mezzi e risorse e garantire l’acqua ai cittadini fornendo autobotti, fontane con dearsenificatori o comuqne soluzioni idonee e a breve termine”. Secondo Legambiente le zone particolarmente colpite dall’emergenza arsenico vedranno l’arrivo dei primi dearsenificatori solo negli ultimi giorni dell’anno, mentre altri 13 arriveranno alla fine di marzo 2013. “Purtroppo -continua l’associazione- la realizzazione dei restanti 49 potabilizzatori si vedrà soltanto nel 2014, non avendone ancora approvato i progetti. Ciò significa che l’odissea dei cittadini sembra essere solo all’inizio per un diritto che dovrebbe essere garantito ad ogni essere umano”.

I danni alla salute. Cosa dice in proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità

L’Organizzazione mondiale della sanità indica come obiettivo un valore compreso tra 0 e 5 microgrammi. Dunque non c’è da stare tranquilli neanche in presenza di limiti accettati dall’Unione europea. A confermare i timori della Litta adesso c’è uno studio scientifico, la prima indagine epidemiologica condotta sulla popolazione dei 91 comuni laziali (60 della provincia di Viterbo, 22 della provincia di Roma e 9 della provincia di Latina) dove maggiore è stata l’esposizione all’arsenico. A realizzarlo, il dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio su committenza dell’assessorato all’Ambiente della Pisana. “La ricerca mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni, ossia che l’arsenico è legato a un aumento delle morti e delle malattie correlate– commenta Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l’ambienteSi tratta di alcune patologie tumorali come il tumore al polmone, alla cute e alla vescica negli uomini, patologie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa, l’infarto del miocardio, l’ictus e malattie come il diabete mellito”.
*L’elenco dei comuni con valori superiori ai limiti di legge (10 microgrammi/litro)
Viterbo
Bagnoregio, Blera, Bolsena,
Calcata, Canino, Capodimonte,
Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’Elia,
Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella d’Agliano, Corchiano, Fabrica
di Roma, Farnese, Gallese, Gradoli, Grotte di Castro, Lubrian, Montalto di Castro, Monte Romano, Montefiascone, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, Tuscania, Vallerano, Vetralla, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Viterbo.Roma
Anguillara Sabazia, Anzio, Ardea, Bracciano,
Campagnano di Roma,
Civitavecchia, Formello,
Genzano di Roma, Lanuvio,
Lariano, Magliano Romano,
Mazzano Romano, Nettuno,
Sacrofano, Santa Marinella,
Tolfa, Trevignano, Velletri.Latina
Aprilia, Cisterna
di Latina, Cori.
* Inchiesta pubblicata sul settimanale Il Salvagente nel numero 43 dell’1-8 novembre 2012