Lo stabilimento di Pomezia del gruppo Mondadori Printing, che nell’ottobre 2008 è stato ceduto dal gruppo ‘Arnoldo Mondadori editori’, di proprietà della famiglia Berlusconi, al ‘Gruppo Pozzoni’ di Bergamo, rischia in questi giorni la chiusura
L’ Appello Pubblico dei Sindacati
Mancano solo 5 giorni alla scadenza dell’ultimatum imposto dalla Mondadori Printing allo storico stabilimento diPomezia
Ai lavoratori che già hanno visto ridursi l’organico da 130 a 39 addetti negli ultimi 10 anni in realtà non è stata offerta alcuna possibilità di scelta: gli è stato chiesto di ridursi il salario del 25% come condizione per restare aperti, ma l’azienda da un lato ha dimostrato di non adoperarsi a cogliere le occasioni per valorizzare l’impianto di Pomezia, dall’altro ha lasciato intendere che vuol tagliare i salari in uno stabilimento per poi colpire uno ad uno tutti gli altri siti del gruppo presenti nelle province di Verona, Vicenza, Bergamo, Trento.
Mondadori Printing è un ramo d’azienda esternalizzato dal Gruppo Mondadori e acquisito dal Gruppo Pozzoni, il terzo polo della stampa in Europa, tra il 2008 e il 2011. Operazione che prevedeva un contratto di stampa che lega fino a tutto il 2016 Arnoldo Mondadori Editore a Pozzoni e che è stata accompagnata da un Piano Industriale in cui Pomezia risultava essere un asset imprescindibile della stampa di riviste periodiche e cataloghi commerciali.
Il 7 gennaio a Verona l’azienda dovrà chiarire se quel Piano Industriale esiste ancora o se ha preso piede un Piano Industriale ombra nel quale Pomezia è stata cancellata, e che è stato tenuto segreto.
Le rappresentanze sindacali del nostro territorio il 7 gennaio saranno presenti in modo fermo e visibile per affermare che lo stabilimento di Pomezia ha diritto ad esistere. Il Gruppo Pozzoni, infatti, è fortemente competitivo dal punto di vista delle tecnologie, cosa che gli ha permesso negli ultimi 4 anni, nonostante la drastica flessione della domanda dovuta alla contrazione sia della diffusione sia della foliazione della stampa periodica, di portare il conto economico dal passivo all’attivo, di avvicinarsi all’estinzione totale di 20 milioni di debito e di fare 19 milioni di investimenti, 11 dei quali per la modernizzazione dei processi.
Pomezia con le sue moderne roto-offset è anch’essa molto competitiva ed interessante per eventuali nuovi investitori, tuttavia, inspiegabilmente, ha lasciato fuggire medie commesse come La Roma e Il Carabiniere e sembra disinteressata ad ogni concreta occasione di darsi una prospettiva di rilancio.
Sarebbe importante che la delegazione del Lazio lunedì prossimo a Verona possa far valere non solo le sue ragioni incontestabili, ma anche la forza di un grande interesse delle istituzioni, della politica, della società civile e di tutto il territorio.
Roma, 2 gennaio ’13
Segretario Generale SLC-CGIL Roma e Lazio SLC-CGIL Roma e Lazio – Area Industria
Alberto Manzini, Massimo Luciani