Abbiamo difeso il Nettuno dopo gli attacchi gratuiti usciti a seguito di gara3 alla Casa dei Pirati di Rimini. Abbiamo difeso la squadra, sia chiaro, e solo la squadra. Perché non era giusto in quel momento coinvolgere chi va in campo in diatribe fuori luogo. Il Nettuno però sta facendo di tutto per farsi coinvolgere nelle polemiche. Arbitri, concerti e stadio. Oggi il manager Ruggero Bagialemani esce allo scoperto con dichiarazioni ufficiali:“La squadra andava isolata e protetta dalle polemiche – dichiara Bagialemani – perché tutti hanno pensato di vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso. Prima di discutere i playoff vanno conquistati senza parlare di concerti, anticipi e posticipi. La squadra non doveva venire a conoscenza di tutte queste polemiche fino a quando non si era certi della qualificazione. Lo sport non è politica, è sudore, fatica e lotta contro gli avversari. Dobbiamo solo cercare di aiutare la squadra in questo momento e non metterla in difficoltà”. Tutto ok, siamo d’accordo. Ma una cosa non quadra, con chi ce l’ha Bagialemani? Chi non ha protetto la squadra? Andiamo con ordine. Problema concerti e stadio, è stata una dichiarazione ufficiale di De Carolis a scatenare le polemiche e fare risonanza al fattaccio. Di cui primi responsabili sono proprio i dirigenti del Nettuno che non sapevano del cambiamento del calendario della stagione agonistica, avvenuto in un consiglio federale di marzo, per consentire alla nazionale italiana di partecipare al mondiale Ibaf. Come si fa a scaricare le colpe sull’amministrazione comunale se non si conoscono neanche le date di un campionato? Diceva Verdone in un famoso film…..”…ma neanche le basi del mestiere tuo conosci!!!!!”…..appunto. Bastava andare a consultare la circolare dell’attività agonistica del 2011 per sapere che la data di inizio dei playoff era stata anticipata. Chi non ha protetto la squadra in questo caso? Capitolo arbitri. Il problema della classe arbitrale è ormai un dato di fatto. Ogni settimana si assiste a prove mediocri su tutti i campi della IBL. La situazione è uguale per tutti, non ci sono diversi metri di giudizio, si sta sbagliando da una parte e dall’altra. Sabato sera l’arbitro di casa base ha sbagliato tantissimi giudizi, chiamando strike assurdi sia che stava in battuta il Nettuno piuttosto che il Parma. Gerali ha protestato in gara1 sulla chiamata di salvo di Caradonna in prima base. Il dubbio c’è anche su quella decisione, ed era in sfavore del Parma. Gerali ha protestato, in campo, come tutti gli altri manager e lì è finita. Non ha cercato alibi il Parma, non si è trincerato dietro ad una chiamata arbitrale per giustificare una sconfitta. Così si protegge il gruppo, così lo si rende più forte. Il Nettuno invece cosa fa? Casca in pieno nella polemica, anzi la alimenta. Dal sito ufficiale del Nettuno dopo gara3: “…..Una partita che era iniziata bene per il Nettuno, ma che un sesto inning da dimenticare, e le tante, troppe, decisioni arbitrali più che dubbie dell’arbitro capo De Notta hanno fatto volgere a favore della formazione parmense.”……come dire l’arbitro ci ha fatto perdere. Chi è anche in questo caso che non ha protetto il Nettuno? Tutto questo avviene dopo che in settimana lo stesso Bagialemani aveva spento le polemiche sul nascere:“Non voglio assolutamente che venga passato in secondo piano il lavoro e il merito dei miei ragazzi nell’arco della stagione. Sia chiara una cosa – dichiarava Bagialemani martedì scorso dopo Nettuno-Rimini -noi abbiamo meritato di vincere la serie a Rimini, ma nell’arco delle tre partite ci sono state, a mio avviso, delle chiamate dubbie e non voglio neanche discuterle, non mi interessano gli strike e i ball”. Perfetto, questo era l’atteggiamento giusto, proteggere la squadra fregandosene delle decisioni arbitrali e mettendo in luce i meriti del gruppo. Peccato che tutto sia stato clamorosamente smentito dai fatti sabato sera dopo gara3 di Nettuno-Parma, quando è stata addirittura annullata la conferenza stampa di fine trittico. Oggi il manager della Danesi è tornato sugli episodi di sabato:”Come a Rimini in un momento cruciale della partita è arrivata una decisione scandalosa. In gara3, appena entrato Richetti c’è stata una volata con due uomini in base e l’uomo in prima è partito dieci metri prima di quando Sparagna ha preso la palla al volo. Abbiamo fatto gioco d’appello, ma niente. E’ una cosa scandalosa – ha dichiarato Bagialemani -e non mi stancherò mai di dire che gli arbitri a certi livelli e in partite così importanti devono essere più preparati degli atleti perché anche un solo lancio può cambiare una stagione ed invece sabato sera non si sono dimostrati preparati in quell’azione decisiva”. Vero, è stato indecoroso vedere l’imbarazzo degli arbitri sul gioco d’appello di Richetti. Vero che partite così importanti devono avere una conduzione arbitrale degna. Ma tutto questo il Nettuno non deve dichiararlo alla stampa, non deve tirarlo fuori ad alimentare ulteriormente le polemiche. Queste cose vanno fatte presenti alla federazione, nei modi e nei tempi giusti. Pretendendo che la classe arbitrale, chiamata a dirigere una IBL che cresce, vada riorganizzata, vada rinnovata. Magari con una azione globale che coinvolga tutte le squadre della IBL, perché lo ripetiamo, il problema è trasversale e riguarda tutti. Tutte le franchigie hanno il diritto di avere in campo arbitri all’altezza della situazione. Non era quindi compito di Bagialemani, a mio giudizio, sollevare in questo momento della stagione una polemica simile. Il Pantera deve avere come unico pensiero la sua squadra e le tre gare di regular season che sono rimaste. Tre gare a Novara per giocarsi il futuro, per andare dopo due anni alla post-season. Questo Nettuno che Bagialemani in campo sta rendendo grintoso e battagliero può tranquillamente centrare lo sweep, perché è più forte del Novara e più forte di una svista arbitrale. Bagialemani sa come proteggere la sua squadra da tutte quelle polemiche e da quegli autogol che solo il Nettuno riesce a farsi.