Nessuna società presenta le offerte per la realizzazione del porto. Si allontana il sogno velleitario del Sindaco Bruschini e dell’ex De Angelis di realizzare il nuovo mega porto.
Il 6 marzo è stato l’ultimo giorno utile per la presentazione delle offerte che le ditte avrebbero dovuto presentare per la realizzazione dell’Opera. Quindi nessuna offerta per un intervento da 192 milioni di euro. Per 15 lunghi anni, le due giunte De Angelis prima e quella Bruschini poi, hanno concentrato tutta la loro azione politica unicamente su i due progetti più sbagliati che si potessero immaginare: quello del piano regolatore che sta devastando il territorio e quello del porto che ora si risolve in un nulla di fatto perché giudicato improponibile persino dai potenziali speculatori a cui si rivolgeva. “Dopo quindici anni di annunci e sterile propaganda– Dichiara Ivano Bernardone PD candidato a sindaco del Centrosinistra –dopo quindici anni di chiusura ad ogni confronto con la città e di violenta reazione ad ogni contributo critico, è andata deserta la gara per l’appalto delle opere, cioè è stato bocciato anche l’atto conclusivo di un percorso imposto alla città con arroganza e testardaggine senza pari. Chi incolperanno questa volta? Non c’è una regione nemica da tirare in ballo ne un’opposizione a cui addossare responsabilità. Speravano di avere l’ennesimo ed inutile pezzo di carta da esibire nei manifesti elettorali ma i nodi critici di quel progetto che da sempre denunciamo vengono puntualmente al pettine. Alla città resta tanta amarezza ma anche sollievo e speranza. Amarezza perché il porto di Anzio è stato abbandonato nel degrado mentre si inseguivano e promettevano miraggi; amarezza perché il nostro porto, un pezzo pregiato della città storica, è ora di fatto sotto il controllo di un privato che detiene il 40% della Capo d’Anzio; amarezza per i milioni di euro pubblici investiti inutilmente e senza trasparenza alcuna. Sollievo perché vediamo scongiurati gli enormi danni che quelle opere avrebbero causato alla nostra città ed all’intero litorale; sollievo perché si allontana il rischio di una faraonica opera incompiuta nel centro storico di Anzio; speranza perché questo ennesimo e definitivo fallimento, apre necessariamente la strada ad un alternativa, ad un modo diverso di concepire il territorio e la cosa pubblica; speranza perché questa non è solo l’inevitabile fine di un progetto sbagliato ma la certificazione di fallimento di un metodo e di una cultura politica che devono assolutamente cessare.- Conclude Ivano Bernardone– Quanto accaduto conferma ancora che per Anzio è giunto il momento di un cambiamento radicale, di un governo nuovo e lungimirante che abbia la capacità di mettere in campo un rilancio immediato del porto attraverso un progetto di ammodernamento e adeguamento del bacino esistente che sia economicamente sostenibile ed in armonia con l’ambiente e la città”.