Orgogliosi di questo Nettuno!

Orgogliosi di questa squadra! Lo vogliamo dire forte e subito, qualunque sia da adesso in poi l’esito di questa post-season. L’abbiamo scritto tre mesi fa, a maggio, quando le cose non andavano bene come adesso. Quando questo Nettuno dimostrava tutto il suo valore solo quando c’era Kris Wilson sul monte di lancio. Avevamo scritto che questo Nettuno poteva giocarsela con tutti, e quella squadra con l’americano sulla collinetta era una squadra da scudetto. In quel momento il giovane Nettuno si faceva forte sulle sue certezze, che ad inizio stagione erano le prove dominanti e splendide del suo pitcher americano. Ma era normale tutto ciò. Ruggero Bagialemani aveva un gruppo giovanissimo con tutte le problematiche che questo comporta. Aggiungiamoci l’inizio di campionato anonimo di un lanciatore fondamentale come Josè Escalona e le prove a corrente alternata di Cruz. Mattiamoci l’infortunio di Juan Camilo e le non perfette condizioni di Mazzanti che hanno condizionato molto le prove del capitano, e di Carlos Richetti alle prese con un braccio che non fa quello che “El Toro” vorrebbe. Ma Bagialemani tutte queste cose le teneva in considerazione, consapevole che una volta trovata la quadratura del cerchio il suo Nettuno poteva volare. Aveva chiesto 13 vittorie alla sua squadra nel girone di ritorno. Ne ha ottenute 14, facendo meglio di quanto auspicato. Giocando un girone di ritorno da prima della classe. Lasciando crescere il suo Nettuno, fino a farlo diventare quella squadra tutta grinta e carattere in cui ci si riconosce un’intera città. Questo è il più grande merito di Ruggero. Aver ridato questa squadra alla sua gente, con la sua identità di sempre, quella identità persa da due anni da una squadra senza “palle” e senza attaccamento alla maglia, caratteristiche queste che ora stanno facendo la differenza. C’era solo un modo per riuscirci, dando fiducia ai giovani nettunesi. Credendo in loro, rompendo gli indugi di inizio stagione, quando schierando Josè Cruz esterno non si affidava mai completamente ai suoi talenti. Poi Bagialemani ha cambiato rotta, responsabilizzando e caricando a dovere il suo gruppo. Così Alessandro Grimaudo è diventato uno dei punti cardine del suo scacchiere, prima base titolare di gara1, quando si deve rinunciare a Juan Camilo per il limite degli stranieri in campo. Così sono maturati ragazzi di indiscusso valore come Retrosi, Ambrosino, Caradonna e Sparagna, ormai punti fermi di questa squadra. Sabato sera, nella partita che valeva l’intera stagione, Ambrosino e Caradonna hanno picchiato duro, due fuoricampo, che sono stati come due sberle al passato, loro la linea giovane ha dato un segnale forte. Questa squadra ha voglia di vincere!Ha fatto delle scelte importanti il Pantera, scelte che si sono rivelate determinanti, come il cambio delle rotazione dei partenti con Massimiliano Masin partente della gara degli ASI, e come l’utilizzo di Olmo Rosario nel ruolo di shortstop, il turn over in quel ruolo delicato tra SuperOlmo e Renato Imperiali ha giovato ad entrambi. Imperiali è cresciuto sempre di più nel suo rendimento, oggi è sua la terza media battuta più alta del Nettuno, ed il dominicano difensivamente ha fatto progressi notevoli, quel giocatore visto a Catania fortissimo in battuta ma troppo falloso in difesa, è oggi un giocatore di livello assoluto, devastante con il suo giro di mazza e molto più affidabile in difesa rispetto all’anno scorso. A tutto questo va poi aggiunto il Masin di questa stagione, un grande da sempre, che sta trasmettendo ai giovani quello spirito del Nettuno di sempre. Lui l’esempio da seguire, lui che ti mostra come si sta in campo con la casacca del Nettuno addosso. Lui l’esperienza in un gruppo di giovani. A proposito di esperienza non va dimenticato quel grande giocatore che è Kelli Ramos, il cervello di questo Nettuno, la sapienza tattica e la gestione in campo della partita. L’arrivo a Nettuno di Ramos è una delle “perle” di Bagialemani in questa stagione. Quello che stava diventando ormai un tallone d’Achille del Nettuno, il ruolo di ricevitore, ha ora un Kelli Ramos che rappresenta il valore aggiunto della Danesi. Ora arrivano i playoff, con un grande vantaggio per il Nettuno. Quello di non essere la squadra da battere, ruolo che sta calzato a pennello al San Marino di Bindi, e che in questi ultimi anni ha sempre rappresentato un macigno sulle spalle per le squadre andate alla post season con quella credenziale. Il Nettuno il suo campionato l’ha già vinto tornando dopo due anni nei playoff con una formazione giovanissima, un risultato straordinario, visto anche gli investimenti economici di chi è rimasto fuori. Ora non vediamo l’ora che arrivi martedì sera per tornare a respirare quell’atmosfera playoff che solo lo Steno Borghese sa offrirti. Già, lo Steno Borghese, con la sua passione e l’amore per il suo Nettuno, chissà che non diventi proprio quell’atmosfera la spinta verso un sogno.