Vittora per il comune di Aprilia. L’inserimento in bolletta di una voce attinente alla renumerazione del capitale investito non è lecita .E’ quanto ha stabilito il Tar, ribadendo quanto deciso dall’esito referendario
Bollette da rivedere
Il TAR del Lazio, Prima Sezione staccata di Latina, ha accolto sul punto le eccezioni sollevate dal Comune di Aprilia che aveva proposto ricorso nei confronti delle deliberazioni adottate dalla Conferenza dei Sindaci nelle sedute dell’11 novembre 2011 e del 28 giugno 2012.Dette deliberazioni, stando alle eccezioni sollevate dal Comune di Aprilia, poi confermate dalla giustizia amministrativa, hanno eluso l’esito del Referendum del 2011 con il quale l’elettorato italiano ha abrogato la possibilità del gestore di ricaricare sulla bolletta idrica la remunerazione del capitale investito.La sentenza, dunque, ha ritenuto fondato il ricorso del Comune e giudicati illegittimi e da annullare gli atti impugnati nella parte in cui è stata prevista tra le componenti della tariffa del servizio idrico «una voce attinente alla remunerazione del capitale investito».Il Sindaco di Aprilia Antonio Terra si è detto soddisfatto per il pronunciamento della giustizia amministrativa che se in via preliminare ha riconosciuto l’interesse e la legittimazione ad agire del Comune, in quanto soggetto direttamente leso nella sua veste di ente esponenziale della collettività locale, nel merito ha poi accolto il ricorso sul punto attinente alla remunerazione del capitale investivo, viceversa ancora inclusa in bolletta.Altro aspetto fondamentale, rivendicato dall’amministrazione comunale e riconosciuto dal giudice amministrativo, è il potere dei Comuni di dissentire alle deliberazioni della Conferenza dei Sindaci, giacché «in tale ipotesi il dissenso si esprime, oltre che in sede di votazione delle deliberazioni, attraverso il potere di impugnativa delle stesse da parte dell’ente locale (dissenziente e rimasto in minoranza)».“Questa sentenza – ha commentato il sindaco Antonio Terra – conferma le nostre convinzioni sul ruolo sovrano del Consiglio Comunale in merito alle decisioni sul servizio idrico e, dunque, la legittimità di opporsi a scelte non condivise e vessatorie per i cittadini. Ma a ben vedere la sentenza ha anche un significato politico importante, se si considera che le deliberazioni, come le ultime annullate che prevedevano di spalmare sulle bollette dei cittadini il costo del capitale investito in spregio alla volontà popolare, in Conferenza vengono approvate indistintamente da Sindaci di centrodestra e centrosinistra, concordi solo per logiche di filiera.
Impianti colabrodo ad Anzio e Nettuno
L’ennesima falla si è aperta ad Anzio in via Merope a Lido dei Pini. Da oltre un mese gli abitanti della zona segnalano a tutti, vigili urbani, Acqualatina, la perdita cospicua di acqua, ma fin’ora non si è vista nessuna squadra di operari per riparare la tubatura. Perdite sono state segnalate anche in via Saturno e via Venere. Anche a Nettuno numerose le segnalazioni di perdite fatte dai cittadini. In via dei Zucchetti è stata riparata dopo una settimana un’ingente perdita delle tubature che creava una pozzanghera di oltre 20 metri, e 10 centimetri di profondità tanto che i pedoni, non potendola attraversare erano costretti, per superarla a passare nel vicino campo di fieno.
Il Nuovo dearsenficatore Bruschini in prima fila
Ieri è stato inagurato in dearsenificatore che servirà a depurare le acque di Aprilia, Anzio e Nettuno. Il nuovo impianto costato oltre due milioni di euro, ripulirà le sorgenti di Carano, situate tra Aprilia e Campoverde. Presenti all’evento Il presidente della Provincia Armando Cusani, il Presidente di Acqualtina Giuseppe Addessi assieme all’amministratore delegato Luigi Besson, e al Sindaco di Anzio Luciano Bruschini. Assente il Sindaco di Aprilia Antonio Terra, la cui amministrazione è da sempre in contrasto con il gestore dell’Acqua. Quando gli é stata data la parola il sindaco di Anzio ha colto la palla la balzo per attaccare quei sindaci che contestano la discutibile gestione di Acqualatina. Per anni i cittadini di questi comuni sono stati costretti a pagare per buona e a bere acqua con una concentrazione molecolare di arsenico nell’acqua per uso alimentare superiore ai limiti imposti dalla legge.
L’interrogazione parlamentare su Acqualatina
Resta per ora senza riposta l’interrogazione parlamentare, presentata 10 giorni orsono, sul caso Acqualatina firmata dall’onorevole Filiberto Zaratti, membro della Commissione Ambiente della Camera, sottoscritta anche dai deputati di Sel Nazareno Pilozzi, Alessandro Zan e Serena Pellegrino. Con il documento Zaratti chiede al Ministro Orlando “se non sia il caso di nominare un commissario ad Acta per il gestore del servizio idrico nell’Ato4 al fine di spingere la società all’adempimento degli obblighi previsti dalla legge”. “Il Governo accenda i riflettori sul caso Acqualatina – dice Zaratti – considerando anche lo stato di crisi occupazionale aperto recentemente dall’azienda. E’ necessario – aggiunge – verificare se le modifiche apportate alla Convenzione di Gestione, a quella di Cooperazione e al Piano degli interventi da parte dell’Ato4 successivamente all’aggiudicazione della gara, hanno avuto significative applicazioni tali da produrre evidenti vantaggi alla società di gestione Acqualatina e se non possano – conclude – determinare l’invalidità degli accordi con il Gestore e la conseguente la rescissione del contratto in danni. “L’inizio della stagione estiva – spiega Zaratti – rischia di riaprire un’emergenza nel sud del Lazio, dove ancora si registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo e il ridotto contrasto delle perdite idriche, che in questa provincia superano ancora il 60 per cento, è anche frutto di un continuo rinvio degli investimenti da parte di Acqualatina, nonostante la riscossione delle tariffe degli utenti. Parte di questi interventi il gestore, secondo il disciplinare allegato alla convenzione di gestione, avrebbe dovuto realizzarli nei primi sette anni”. (cp)