All’ente locale che ha cambiato lo statuto per sottomettersi al regime del diritto privato, la Pisana prima ha dato parere negativo, poi ha modificato la normativa per imporre un ritorno al pubblico
di Elisabetta Bonanni
Sono pronte le nuove norme, da parte della Regione Lazio, sulle autonomie locali e, in particolare sugli enti agrari. Erano norme attese che vanno in direzione di un generale riordino normativo di tutte le agenzie, degli senti istituzionali e organismi strumentali del territorio. La Regione ha il compito di predisporre una proposta di legge e il suo orientamento è già definito nei dettagli. Un orientamento che vede in difetto l’Università Agraria di Nettuno. L’ente locale, infatti, il 24 aprile del 2012 si è riunito per votare delle modifiche allo statuto, passando da ente di diritto pubblico ad ente di diritto privato. Una decisione contestata sia a livello formale (sono stati 5 i voti a favore delle modifiche, 4 i voti contrari e un consigliere si astenuto, quindi la votazione non ha palesemente rispettato i termini di legge a cui lo stesso statuto si richiama, che prevedono la maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea per cambiare questo tipo di norme) che a livello sostanziale, discostandosi la decisione dall’orientamento dominante in questo tipo di istituzioni. Il nuovo Statuto, è stato quindi inviato alla Regione Lazio, che infatti immediatamente ha contestato le innovazioni apportate dall’ente agrario di Nettuno presieduto, al momento della ratifica delle novità, da Giuseppe Vari. Con una lettera formale, datata 20 novembre 2012, indirizzata anche al Comune di Nettuno, che lo ricordiamo ha il compito di vigilare sulla correttezza e la trasparenza delle procedure, la Regione invita l’Università a fare un passo indietro e impone all’ente di tornare ente di diritto pubblico entro 30 giorni. L’Università, pur ratificando alcune modifiche per evitare il commissariamento, è rimasto ente di diritto privato (come si può leggere ancora oggi nello Statuto pubblicato sul sito on line) avvalendosi del parere di un legale che a quanto pare non è stato lungimirante sull’orientamento della Regione (che a dirla tutta si era espressa in termini chiarissimi nel contestare le innovazioni introdotte dall’ente nettunese). Ma le cose ora dovranno cambiare. Infatti non solo la nuova norma della Pisana imporrà agli enti e alle Università agrarie la qualifica di enti pubblici non economici e richiama a se anche la facoltà di approvare gli statuti e i regolamenti delle associazioni agrarie, valutando una riduzione numerica degli enti stessi in quelle province in cui ce ne sono troppi e dando strumenti per avviare l’efficientamento delle spese. All’ente locale di Nettuno, coinvolto anche in processi giudiziari come parte offesa, non resta che mettersi a norma.