Portate tutti una bandiera verdeazzurra! Portate tutti una trombetta, come la signora Vera. Portate tutti l’entusiasmo la passione, la voglia di tifare e sostenere la propria città! Portate tutti l’amore per questo meraviglioso sport. E tifate, incessantemente il Nettuno. Tifate e sostenete i nostri ragazzini terribili.
Tutte queste cose una ordinanza di sicurezza non ve le può togliere. Andiamo a San Marino, riempiamo di colore e di festa uno stadio altrimenti muto e disinteressato. Facciamo festa, onoriamo il baseball come solo noi nettunesi sappiamo fare, indipendentemente dal risultato. Come sempre, come quando abbiamo festeggiato NOI lo scudetto del Titano nel 2008. Fosse stato per i sanmarinesi sarebbe stato un quarto d’ora di applausi e basta, tutto finiva lì.
La storia è scritta, nessuno può metterla in dubbio, non c’è in Italia un pubblico più sportivo di quello dello Steno Borghese, pronto ad applaudire quando un avversario fa un gesto tecnico spettacolare. Con questo spirito, con quella voglia di vedere il Nettuno tornare a vincere, riempiamo lo stadio di Serravalle, di colore e calore. Quella di gara 6 è una notte importante per Nettuno. Una notte attesa da tre anni, da quando quel fuoricampo di un nettunese, Francesco Imperiali, infranse un sogno, quello dello scudetto conquistato dal Nettuno nel suo stadio. Tre anni, da quella finale, due dei quali vissuti nell’anonimato e che forse hanno fatto più male di quella finale persa. Una finale che veniva dopo quella persa a Grosseto, anche quella in gara 7.
Ma la fame di vittorie arriva da ancora più lontano, dal quel 2001 che è negli annali l’ultimo anno in cui il Nettuno ha vinto uno scudetto. Dieci anni. Dieci lunghissimi anni in cui la città di Nettuno ha vissuto anni difficili. Sotto tutti i punti di vista, balzando alla cronaca solo per infiltrazioni della malavita e per gesti orrendi della sua gioventù. Nettuno vuole il suo riscatto. Nettuno nella sua notte di gara 6 vuole tornare a gioire, vuole tornare ad essere una città vincente.
Lo vuole fare con la sua gente, con tutti quelli che arriveranno a San Marino per stare vicino alla squadra. Con tutti quelli che riempiranno la piazza per seguire la partita sul maxi-schermo. Con tutto il suo popolo che da giorni ormai non parla d’altro. Inizia il campionato di calcio, c’è Milan-Lazio. Ma a Nettuno non interessa. C’è San Marino-Nettuno, c’è la nostra storia in campo, la nostra cultura, il nostro amore. C’è un altro pezzo di quella storia da scrivere, da conquistare. Oggi non fa differenza se gioca Olmo o se va in campo Mattia Mercuri. Oggi in campo ci va tutta la città.
Tutti saremo con Massimiliano sul monte di lancio, pronti a sostenerlo ed incitarlo. Forza Catozza! Non pensiamo a Richetti squalificato, ad Olmo fermato dal Coni. Non importa, i nostri eroi possono vincere ugualmente. Anche per Carlos e per Olmo, per far tornare il sorriso a quell’omone che viene dalla Repubblica Dominicana che con quel suo sorriso luccicante ha tante volte illuminato le serate di baseball allo Steno Borghese. Staremo con Pezzullo, con Matteo e Milvio se ce ne sarà bisogno quando il braccio di Massimiliano sarà stanco.
Staremo vicini a Peppe Mazzanti, in quell’angolo caldo a fermare tutto. Non deve passare una palla. Forza Capitano! Staremo con Kelli, dietro il piatto. Staremo con Mirco ed Ennio, a correre sulle basi. Sarà difficile stargli dietro, sono troppo veloci. Staremo con Vinicio e Paolino li agli esterni dove non deve cadere una palla! Staremo con Renato per non fargli sentire quel dolore nel ginocchio. Staremo con Juan Camilo a dare forza al suo swing nel box di battuta.
E se giocherà Mattia saremo pronti a dargli forza e coraggio, sarebbe la ciliegina sulla torta una vittoria con un diciassettenne nel ruolo di shortstop, se Ruggero sceglierà di metterlo in campo. Staremo vicino a Kris a Josè a Fernando e Remigio se ci sarà bisogno di gara7. E naturalmente saremo tutti con Ruggero, il condottiero di questo incredibile Nettuno. Forza Nettuno, forza ragazzi! Nettuno è con voi.