Berlusconi. Quattro ore una volta a settimana in una struttura per anziani. Cosi scontano il carcere i potenti

Quattro ore una volta a settimana in una struttura per anziani. Così scontano il carcere i potenti. Il messaggio che arriva è che in Italia conviene frodare il fisco

di Claudio Pelagallo

Questa volta non può proprio lamentare la persecuzione dei giudici, l’ex cavaliere ed ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarà assegnato ai servizi sociali e la sua agibilità politica non sarà compromessa. Presterà assistenza agli anziani una volta a settimana in una struttura di Cesano Boscone, la Fondazione Sacra Famiglia. Non potrà lasciare la Lombardia ma potrà recarsi a Roma e proseguire la sua attività politica (e la campagna elettorale per le europee). E’ arrivata questa mattina la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano, che ha dato il via libera all’affidamento in prova ai servizi sociali chiesto dal fondatore di Forza Italia, condannato definitivamente a quattro annidi carcere per frode fiscale, tre dei quali coperti da indulto, nel processo per i diritti tv Mediaset. Il centro si occupa di persone con gravi disabilità e anziani non autosufficienti. «Silvio Berlusconi svolgerà l’attività socialmente utile di volontariato con impegno di una volta a settimana e per un tempo non inferiore a 4 ore consecutive, secondo le modalità che verranno concordate con l’Uepe» si legge nella nota diffusa dal presidente del tribunale di sorveglianza di Milano Pasquale Nobile De Santis. L’ex premier sconterà così la pena residua di un anno (che potrebbero diventare dieci mesi e mezzo, se dopo sei mesi, Berlusconi otterrà lo sconto di pena previsto di 45 giorni).

Perchè la condanna? Per aver frodato il fisco attraverso i contratti esteri di Mediaset. Cioè per aver gonfiato i costi di Mediaset, e di conseguenza abbattuto gli utili dichiarati al fisco, facendo credere di aver pagato di più i film americani. La differenza tra il prezzo reale e quello finto, finiva su conti esteri intestati a società offshore nei paradisi fiscali: conti che erano di proprietà personale di Silvio Berlusconi. In pratica Mediaset gonfiava i prezzi con due obiettivi: pagare meno tasse e creare nero che finiva sui conti esteri. Nel processo Mediaset, tutti i giudici dopo tre gradi di giudizio hanno provato “al di là di ogni ragionevole dubbio” che Silvio Berlusconi è stato l’ideatore e il beneficiario finale della frode fiscale. In totale la sentenza definitiva quantifica l’evasione in 368 milioni di dollari: questi in realtà sono i fondi neri incassati dalle società offshore di Berlusconi solo tra il 1994 e il 1998, soldi che sono tuttora nascosti nei più inaccessibili paradisi fiscali. Ma nel processo Mediaset, grazie ad una legge ‘ad personam’, la ex Cirielli sulla prescrizione facile, l’accusa ha potuto contestare solo l’ultimo pezzo di frode fiscale: 7,3 milioni di euro. Tutta l’evasione degli anni precedenti invece è stata cancellata dalla prescrizione. Una pena pena decisamente morbida per chi ha evaso le tasse per 368 milioni di dollari, il messaggio che arriva è che in Italia conviene frodare il fisco.