Anzio- Il calcio scompare, paradossi e una città che non partecipa

La fine dell’Anzio calcio è vicina. Sì, vabbè, si chiama Anziolavinio ma per noi resta sempre Anzio. Il presidente Franco Rizzaro annuncia da settimane che non ce la fa più e che se le cose non cambiano farà solo il settore giovanile. A lui va detto solo grazie per quello che ha fatto in due decenni, prendendo una società a brandelli e restituendola al suo blasone.

La grande passione di Franco, solo per questola Anziocalcistica è ancora viva e festeggia i suoi 90 anni. Poi? Ma davvero a qualcuno interessa?

In Paradiso a dispetto dei santi non si va, è noto, perciò non è scritto da nessuna parte che si debba fare per forza la serie D. Soprattutto se questo vuol dire cedere a “gruppi” o “cordate” che con il calcio hanno poco a che fare ed entrerebbero in società solo per ben altri fini. Uno dei primi numeri del settimanale “il Granchio” titolava “L’Anziolavinio è in vendita”. Oggi siamo di nuovo a quel punto. Per fortuna la società non è quella di allora, né la disputa fra gruppi e titolari di quote è ai livelli di quegli anni.

Ma dobbiamo guardare in faccia la realtà: Rizzaro non ce la fa più e non può permettersi la serie D, pur fatta praticamente “in casa” come quest’anno. La città ha la voglia, la forza, i soldi, per una serie D? Evidentemente no, se a fare appelli perché il novantesimo compleanno non venga rovinato sono rimasti solo i tifosi della “Vecchia guardia” e qualche altro appassionato. Né funziona il discorso del titolo “dato al Comune”, come se un’amministrazione pubblica con i tempi che corrono possa pensare al pallone.

Il calcio, ad Anzio, ha ancora un seguito tale da meritare attenzione? Basta guardare le presenze al “Bruschini”: i soliti noti. Dispiace, perché la gloriosa storia di questa società che il collega Nino Visalli sta ricostruendo su facebook, rischia di sparire. E sarà inutile, a quel punto, la festa promessa dal Comune,attraverso il delegato allo sport Massimo Millaci – ex calciatore – per i 90 anni.

Non tutti i mali vengono per nuocere, però. Proviamo a riflettere. Certo la serie D è importante, sicuro Anzio merita questo palcoscenico, ma se non ci sono le forze si abbia il coraggio di ripartire da quello che si può fare. Fosse paradossalmente anche la terza categoria.   Vorrà dire che in serie D ci torneremo quando non ci sarà solo Rizzaro a tirare la carretta, ma una città intera. Un sogno, forse, ma l’Anzio calcio tutto merita fuorché una fine ingloriosa

[Fonte http://giovannidelgiaccio.wordpress.com/]