Nel libro di Gabriele Mammarella si ripercorre la vicenda dell’eccidio de La Storta. Documenti e testimonianze inedite
“Un sorprendente pezzo di storia d’Italia”. E’ il libro di Gabriele Mammarella, autore e ricercatore universitario, di Anzio, che ricostruisce la vicenda politica di una delle più importanti figure della storia italiana del Novecento, a settant’anni dalla morte. “Bruno Buozzi” arriva in libreria a un mese dall’anniversario della Liberazione di Roma e dell’eccidio de La Storta, a far luce sui colpevoli. Non una semplice biografia, perché nel volume compaiono documenti fino a oggi sconosciuti e rivelatori di una storia ignota, ricca di sorprese e rivelazioni. Il volume contiene infatti ricostruzioni inedite di molti avvenimenti cruciali, tra le quali la complessa vicenda dell’eccidio de La Storta del 4 giugno 1944. L’autore formula nuovi elementi di sospetto sulla strage, evidenziando un dato finora passato inosservato: la presenza quanto mai sospetta di Kappler e Priebke nella stessa area della strage. Dal libro emerge chiaramente che fu proprio Priebke a orchestrare la cattura di Buozzi, poi giustiziato senza apparente motivo. E ancora, un Mussolini inedito che, timoroso dell’occupazione delle fabbriche ordinata da Buozzi, si reca dal capo sindacale prostrandosi nel tentativo di non essere spazzato via dalla scena politica. Una storia sindacale e politica, dunque, che è anche e soprattutto una storia dell’Italia del Novecento. Bruno Buozzi (1881-1934) da operaio autodidatta riuscì in breve ad affermarsi come leader sindacale diventando l’artefice di lotte operaie plateali e dirompenti come l’occupazione delle fabbriche. Tra i suoi primati si contano numerose conquiste sindacali, prima fra tutte la giornata lavorativa di 8 ore. Antifascista e avversario di ogni estremismo politico, socialdemocratico convinto che la democrazia debba essere in primo luogo nelle fabbriche. Buozzi morì nel giugno del 1944 per mano dei nazifascisti.