di Alessia Sciamanna
Papa Alessandro VI e Lucrezia Borgia nell’abito delle sue terze nozze, che avevamo già apprezzato nella sfilata di Villa Sarsina, sono state le first face, come dicono nel fashion system, del secondo appuntamento con la sfilata di fine anno scolastico dell’Istituto ‘Colonna-Gatti’. E non è certo un caso.
Tutt’altro. E’ un doveroso omaggio al 500 come ha sottolineato la professoressa Maria Di Fronzo che ha ancora una volta condotto la serata, nell’ambito del ‘ Progetto Borgia’ possibile grazie al sostegno del Sindaco Chiavetta e dell’Assessore Combi del Comune di Nettuno, municipio che ospita uno dei plessi dell’Istituto e che ha per l’occasione ospitato anche la sfilata.
Stavolta è stato infatti sul sagrato della Collegiata di San Giovanni che è stata allestita la runway d’eccezione disposta a formare la cornice quadrangolare di gusto minimalista già collaudata la settimana precedente, con l’austera facciata della chiesa che sovrastava la naturale scenografia creata dalle costruzioni del bellissimo borgo in cui sorge. Stessa ‘passerella aperta’ con le allieve dei tre Istituti idealmente gemellati della scorsa volta.
Certo la pendenza naturale del terreno e il naturale dislivello dei sampietrini piuttosto antichi hanno a volte reso più arduo l’incedere delle mannequin, che come ha fatto con sagacia notare la host sono modelle non professioniste che ‘stasera rischiano la vita’. Nessuna caduta per fortuna ha guastato lo spettacolo che ha preso un ritmo molto intenso già dalle prime battute.
Dopo il saluto del dirigente scolastico Maurizio Cesari che ha auspicato di proseguire nella direzione in cui si collocano anche questi eventi, per valorizzare ‘la bellezza, la cultura e per i figli che sono il nostro futuro’, il pubblico ha potuto gustare le creazioni sul tema ‘La perfezione del nero’ in una ideale continuità stilistica con le creazioni dello scorso anno ’10 metri di tessuto nero’ che hanno aperto la sfilata.
Nella giuria seduto nella front row, c’era proprio lui, una delle menti della maison ‘più importante d’Italia’ , Valentino, lo stilista Pierpaolo Piccioli che sapevamo aver collaborato come esperto esterno con gli allievi dell’Istituto lo scorso anno. Quello che abbiamo invece scoperto con piacere è che oltre a lanciare la sfida creativa, lo stilista ha anche materialmente fornito i famigerati 10 metri di tessuto del titolo agli alunni. E pur con la distanza della passerella la qualità dei tessuti era assolutamente evidente.
Ho provato persino una punta d’invidia nel pensare che emozione deve essere stata per questi giovanissimi aspiranti designer maneggiare tessuti di tale pregio e piegarli alla loro visione creativa. Ancora maggiore è stata la sorpresa nell’apprendere che il famoso stilista ha continuato la sua collaborazione quest’anno a titolo gratuito fornendo preziose lezioni di ‘stile e fashion world’, queste le parole della Di Fronzo, che ha aggiunto scherzosamente che non saprebbe dire però quanto i ragazzi ne abbiano capito. ‘Less is more’ la parola d’ordine.
Sulla colonna sonora della bellissima ‘Labyrinth’ di Joakim, autore francese di musica elettronica, che abbiamo molto gradito per le atmosfere ricercate, ecco gli abiti che avevamo già visto la scorsa volta gustandone ancora di più i particolari, specie considerando che alcuni erano state realizzati in appena un settimana. Roba da far drizzare i capelli, come ha detto la professoressa di Fronzo, che come molti docenti dell’Istituto ha vissuto l’emozione della ideazione e realizzazione delle creazioni in passerella.
Rasone, pizzo, taffetà, pelle usata a rovescio per un inedito effetto mat, acetato i tessuti con cui hanno sperimentato e osato gli allievi, con grandi trasparenze, a volte anche con un ‘vedo-nonvedo-vedotroppo…’ per dirla ancora una volta con la Di Fronzo. Per finire una incredibile giacca strutturata con baschina e collo montante stondato realizzata con un tessuto di base color cipria trapuntato effetto matelassé addirittura con strisce di sacchi neri della spazzatura. Una cosa assolutamente mai vista. Per fortuna fuori concorso, altrimenti non ce n’era per nessuno.
E’ ancora il dirigente Cesari che sottolinea l’eccezionalità dell’evento uscito dalle mura scolastiche sia per ragioni di sicurezza, sia per dare visibilità al lavoro dei ragazzi. Le sinergie fanno la differenza e la politica deve essere utile ai ragazzi, dare loro un futuro e permettere di condividere l’eccellenza di una scuola tecnica che insegna un mestiere artigianale che il mondo ci invidia. ‘Se uno su mille ce la fa, senza gli altri 999 quell’uno probabilmente non ce la farebbe’.
Grande la squadra del ‘Colonna-Gatti’, troppo grande per citare tutti, ma il dirigente ha ringraziato con sincera gratitudine per gli straordinari sforzi tutte le figure che con passione lavorano per questi ragazzi.
Ma è il momento degli abiti da sera più premiati degli anni passati. Parte la musica di ‘Goa’ ed è un tripudio di abiti fascianti di pizzo con strascichi fluidi, bustier all over, sete pure con pizzo e swarovski applicati sui pippiolini, abiti a balze costituite da grandi cocche di fiocchi con corpetti nudi e molto altro, tutte creazioni ispirate a grandi film, da ‘Black Dahlia’ a ‘Titanic’ a ‘La dolce vita’.
Poi gli ultimi due. Prima un abito color cipria con incrostazioni e ricami in nero che era un capolavoro di architettura mobile con una linea a sirena e due ampie riprese di tessuto sui fianchi che creavano un volume assolutamente inaspettato, bilanciato dalle maniche e dal busto fasciante, che ricordava una preziosa ampolla di vetro soffiato.
Ecco un corpino nero aderente di un tessuto trasparente con strabilianti applicazioni di pizzo e piume sul seno e sul collo montante con una gonna stretta in alto e ampia al fondo con uno strascico simile alla coda aperta di un pavone in un incredibile verde cangiante.
Da lasciare senza fiato. Soprattutto se si pensa all’età di questi ragazzi che sono a mala pena maggiorenni. Pezzi di altissimo livello, realizzati nei laboratori di sartoria dell’istituto grazie anche ai docenti di design di bozzetti e di storia del costume. Pezzi che meriterebbero una musealizzazione con il supporto del Comune come sarebbe desiderio dell’Istituto.
Ma è tempo di premiazioni e Pierpaolo Piccioli, consapevole della sfida difficile, ‘troppo difficile’ , lanciata a ragazzi appunto di massimo 18 anni, premia l’abito futurista in ecopelle e acetato con tasche applicate e clutch abbinata che avevamo notato la scorsa volta. Sottolinea che ‘la semplicità è la complessità risolta’, non povertà ma ricchezza sfrondata del superfluo. Grandi sono gli apprezzamenti per il lavoro di squadra svolto nella scuola, perché l’egocentrismo non è un valore da trasmettere.
E se la moda è ricerca della bellezza, è anche contemporaneità e la sua scelta è caduta sulla creazione più contemporanea e che con maggiore libertà creativa. Quella che ha avuto il coraggio di essere quella che non ti aspetti. Che ha sfilato con le sneakers non a caso, perché è fondamentale vedere come lo stilista ha pensato le uscite delle sue creazioni.
L’energia di questi giovani talenti era davvero palpabile nell’aria quando tutti insieme hanno riempito la passerella sulle note di ‘Difficult for Weirdos’. L’unico rammarico è non avere rubato qualche scatto nel backstage che sarà stato senz’altro pieno di emozioni. Le stesse che ci aspettiamo l’anno prossimo. Quando ho salutato la professoressa Di Fronzo, mi ha chiesto: ‘Se lo aspettava?’. Devo dire la verità: proprio no. Bravi!
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