di Alessia Sciamanna
E’ stato inaugurato poco più di una settimana fa uno spazio assolutamente inaspettato proprio nel cuore di Anzio. Nella punta più estrema del porto è in fase di ultimazione la ristrutturazione, anzi la riconversione, dello stabilimento per la depurazione delle acque e la stabulazione dei frutti di mare, oggi spazio ricettivo dal fascino innegabile.
Da stabilimento per la stabulazione a sala giochi, poi bistrò-lounge bar e, perché no, set cinematografico per il pluripremiato ed eclettico Pupi Avati, sceneggiatore, regista, produttore e scrittore, eccellenza dell’industria cinematografica italiana.
E’ la storia, con finale a sorpresa, di un imprenditore locale, Alfonso Giovannini, che a questa struttura si è dedicato con caparbietà per lunghi anni; tutti quelli occorsi per giungere alla definitiva sistemazione del complesso assetto proprietario e logistico dello stabilimento.
Soluzione giunta al termine di un tortuoso e complesso iter giudiziale a causa dei molti vincoli imposti sul suolo demaniale, tra cui quello della amovibilità della struttura. E come in un gigantesco Lego tutto qui si può agevolmente smontare con un interessante sistema che Alfonso racconta con l’entusiasmo negli occhi.
Dall’esterno le pareti grigio plumbeo e le solide grate in tinta non lasciano immaginare una tale attitudine, inserendosi perfettamente nel contesto di architettura funzionale alla vita del porto che disegna la skyline di Anzio verso il mare.
Poi arriva un’altra sentenza, stavolta da un medico, che parla di ‘poco tempo per fare qualcosa per i figli’. Sfida nella sfida, parte una prima ristrutturazione che ne fa una sala giochi molto design di cui molti pezzi oggi sono stati riutilizzati da Cristina, la visual della famiglia col pallino del recupero come suo padre. La sentenza è stata cassata, per fortuna.
L’amore per questa città è sempre tanto; la doppia vista su Anzio e sul mare aperto è invidiabile e il fatto che Anzio centro non offra grandi spazi in termini di lounge bar e ballroom è una realtà. Così arriviamo alla sera dell’inaugurazione, quando Mirko e Cristina, i figli giovani imprenditori del titolare, raccontano del desiderio di offrire uno spazio dove bere un cocktail con una vista mozzafiato con un atmosfera da locale cool ma rimanendo in città ed in pieno centro. Un bancone bianco, lucido e illuminato con led azzurri, un coffee space, ma anche pesce fresco per qualche stuzzichino espresso e aperitif-cena come vuole il trend dominante della ristorazione giovane.
Questo il mood del ‘Molo 5.63’ con la sua allure da bistrò-lounge bar chic che si distingue per il carattere deciso e gli spazi importanti che offre al pubblico locale anche al chiuso, che ne fanno la location ideale per eventi live di vario genere. Fuori salottini in polyrattan da resort, dentro moquette di ispirazione anni 70 realizzata su disegno con motivi concentrici su sfondo nero che virano dall’arancio al burgundy, grandi paralumi rosso scuro, pelle, balaustre leggere in vetro e un bellissimo laminato color teak e azzurro scuro dove ballare fino a tardi senza dover andare fuori città.
Questo il senso della storia: recupero delle strutture urbane, rilancio dell’imprenditoria locale, implementazione della ricettività ludico-ricreativa per ricordare ad Anzio la sua vocazione turistica, riqualificazione e riconversione di spazi non valorizzati. Insomma, ripensare Anzio si può, anzi si deve, specie con la chimera del nuovo porto che piano piano sta diventando realtà e anche storie così fanno la differenza.
Arrivando, il molo ricordava quello del set di Montalbano. Ebbene, i proprietari con un sorriso ci hanno detto, come anticipato in apertura, che a breve la struttura così rinnovata ospiterà il backstage ed alcuni set del nuovo Tv movie di Pupi Avati, orgogliosi che un grande regista abbia scelto Anzio, non quella classica degli edifici storici, ma quella nuova, contemporanea, dal carattere industriale.
Intanto vi regaliamo lo scoop e poi chissà che non riusciamo a rubare qualche foto e qualche dichiarazione al regista per voi…
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