La trappola’ del voto segreto scatta e manda ‘kappaò’ il governo, con il contributo dei dissidenti del PD . Renzi prende le distanze dalla Sinistra. Ma per gli Italiani sono altre le priorità
Sono ripresi questa mattina alle 9.30 i lavori al Senato sulle riforme. Ieri, come temeva Renzi, la ‘trappola’ del voto segreto è scattata mandando ‘kappaò’ il governo che è stato battuto su un emendamento alle riforme. Uno scivolone che, inoltre, rende la riforma del Senato incoerente complicando ulteriormente le cose. Se non altro riaccendendo uno scontro sulle procedure tra gli oppositori e il presidente Grasso (criticato anche dal ‘suo’ Pd), che ha bloccato a lungo i lavori del Senato dopo la ‘tregua’ di mercoledì. Ad accendere le polveri è stato il voto ad un emendamento del leghista Stefano Candiani che attribuisce al Senato i pieni poteri legislativi sui temi etici e sui diritti (il riferimento è agli articoli 29 e 32 della Costituzione). Nonostante il parere contrario del governo, l’emendamento è stato approvato con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti. Ieri, su un altro scrutinio segreto, la maggioranza aveva ottenuto 171 voti e l’opposizione ne aveva radunati 114. Il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto, ha sottolineato che con l’emendamento la riforma “non è intaccata”. Il che è vero fino a un certo punto. Il ddl del Governo infatti, ha concepito il futuro Senato come una Camera delle Regioni, come una Camera di compensazione tra le stesse Regioni e lo Stato, con conseguente elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali. Attribuire poteri legislativi di natura politica significa invece farne un organismo ibrido. Anche i dissidenti del Pd guidati da Vannino Chiti (che hanno votato l’emendamento) sostenevano questi poteri, ma coerentemente proponevano un Senato che fosse una Camera politica eletta dai cittadini. Nel corso della bagarre notturna, che ha richiesto l’intervento dei questori e degli assistenti d’aula, due senatori, Laura Bianconi del Ncd e Nunziante Consilio della Lega Nord hanno subito contusioni che hanno richiesto accertamenti medici.
Renzi chiude con la Sinistra : “Nessuno di noi espelle nessun altro. Ci chiamiamo Pd perche’ tra di noi possono esserci delle idee diverse. Riconosciamo a chi dissente di farlo in piena liberta”, ma oggi e’ stata “scritta una pagina non positiva. Quando con un voto segreto si da’ un giudizio che non si ha coraggio di dare a voto palese”. Lo dice Matteo Renzi in direzione Pd, e aggiunge: “Il nostro impegno e’ di farle tutte. E su questo non molliamo di mezzo centimetro”. “Nell’operazione 1.000 giorni- aggiunge-, noi le riforme le mettiamo tutte in fila. Piaccia o non piaccia”. E alla vigilia di una settimana cruciale per provare a chiudere entro l’8 agosto, il premier è pronto per un giro di incontri con i leader di partiti di maggioranza e quelli più vicini, a partire da Silvio Berlusconi, che potrebbe vedere nei prossimi giorni. Nel frattempo il Premier se la prende con Sinistra Ecologia Libertà. Gran parte dei 6 mila emendamenti presentati sono proprio di Sel, molti di questi trovano d’accordo anche i senatori della sinistra del PD, e questo a Renzi non piace proprio. – “Non si tratta di mettere in discussione le maggioranze che ci sono” a livello locale, stiano al loro posto, noi vinceremo le regionali senza di loro”.
Sondaggio Ixe’: solo per 3% riforme sono urgenti, priorita’ e’ lavoro. Il 65% degli italiani indica l’occupazione priorita’ del Governo. Il 65% degli elettori pensa che l’emergenza lavoro debba essere la priorita’ del Governo. Mentre solo per il 3% le riforme costituzionali sono urgenti e la riforma elettorale lo e’ solo per il 2%. Il 17% indica la riduzione delle tasse quale priorita’ nell’agenda dell’esecutivo, mentre l’11% i costi della politica. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto demoscopico Ixe’ in esclusiva per Agora’ Estate, su Rai3. (cla.pel.)