Il nuovo presidente Fortini e la dirigenza si presentano salvando la Coppa Campioni e “cadono” sulla Coppa Italia. La cifra contesa non è inarrivabile ma si è deciso di non tenere in conto il lavoro della squadra e l’umore dei tifosi
“Dottore, mi sono tagliato un dito“”. “Bene, amputiamo il braccio”. Sembra un po’ questa la soluzione che il Nettuno Bc abbia adottato dopo la diffida del comune di Nettuno ad utilizzare la corrente elettrica allo Stadio Steno Borghese. Diffida che riguarda il mancato pagamento della corrente elettrica per una abbondante parte della stagione in corso per un totale che si aggira intorno ai 3.000 euro. Una cifra non certo inarrivabile soprattutto per una nuova dirigenza che ha scelto di salvare una società in forte crisi debitoria, circa 300.000 euro, e che quindi era pienamente conscia delle spese da affrontare. Una diffida che arriva dopo quella presentata nel maggio scorso all’allora presidente Tonino Maiozzi e scaduta in giacenza. Per questa diffida è stato utilizzato lo stesso indirizzo usato per l’ultima, e cioè via Cupa dei Marmi ad Anzio, e non in piazza Marconi a Nettuno, nuova sede del Nettuno B. C. Un errore di comunicazione, con la diffida che è stata presentata anche presso lo Stadio Steno Borghese e che non è piaciuta alla dirigenza. Una mancanza di rispetto mirata a colpire la società nettunese. O almeno è così che è stata interpretata con il conseguente ritiro della squadra dalla competizione, per il quale è prevista un’ammenda di 6.500 euro alla società, e con i dirigenti Alfonso Gualtieri, Aldo Ciarla e Marco Cestarelli che si sono dimessi per solidarietà al presidente. Al momento le dimissioni sono ancora in essere e starà a Fortini decidere se accettarle o rigettarle.
Mancanze di rispetto, voglia di colpire società, dimissioni per solidarietà che però non cambiano la realtà dei fatti e cioè che c’è un debito da pagare. La soluzione poteva essere quella di usare un gruppo elettrogeno o dialogare con il Comune per risolvere la situazione visto che dal 2 agosto al 15, giorno della gara di Coppa col San Marino, c’erano quasi due settimane di tempo per trovare una soluzione. La scelta, però, è stata quella “di dare un segnale forte” per buona pace di chi ha sudato sul campo per qualificarsi al secondo turno di Coppa Italia, e per i tifosi.
Non è stata, però, solo la diffida a creare scompiglio tra Comune e Nettuno Bc. Gli spettacoli del 14 agosto (Alessandra Amoroso) e 16 agosto (Maurizio Battista) creavano problemi allo svolgimento della gara di Coppa Italia del 15. Gli eventi erano già stati organizzati da tempo, confermati da un accordo scritto tra società e Comune. Un accordo che il presidente Fortini dice di non aver ricevuto, ma che la società ha sottoscritto prima del suo avvento. Battibecchi di poco conto, anche perché le gare si dovevano giocare questo weekend, ma sono state spostate dalla Fibs perché il San Marino, sfidante sulla carta proprio del Nettuno Bc in Coppa Italia, si è qualificato per la finale di Coppa Campioni e questo ha fatto slittare le date di Coppa al weekend di Ferragosto e questo non si poteva certo prevedere. Nella stessa situazione c’è il Nettuno2 che doveva giocare al Borghese il 15 agosto la gara con il Parma. Qui, però, sono state vagliate altre possibilità come giocare a Roma gara1, o giocare tutta la serie a Parma, senza che si creasse troppa polemica o si insinuassero reati di lesa maestà puntando il dito contro Amministrazione Comunale e Sindaco additati di non fare gli interessi del baseball e del Nettuno Bc, senza aprire un dialogo. La diffida è un atto dovuto per chi ha una posizione debitoria nei confronti del Comune, per qualsiasi privato, al di là di errori di comunicazione, così come gli spettacoli fanno parte del fulcro di una città turistica e questo non può essere un motivo per ritirare la squadra da una competizione ufficiale, soprattutto da chi l’ha appena rilevata per salvarla.