Ha già scritto al sindaco e assicura che farà una denuncia nelle sedi opportune. E’ una storia di cattiva amministrazione, di una macchina incapace di dare risposte ai cittadini e abilissima, invece, nel creare problemi agli utenti. La rende nota, su Facebook, un cittadino di Anzio, Claudio Serra, che racconta di essersi rivolto nei giorni scorsi all’ufficio Tributi del Comune per chiedere spiegazioni sul pagamento della bolletta Tasi, per conto di una sua conoscente straniera, in difficoltà con la lingua. “Il 7 agosto – scrive – mi sono recato presso l’ufficio tributi del comune di Anzio per chiedere delucidazioni riguardo la bolletta Tasi per conto di una mia conoscente. Questa persona è regolarmente residente in Italia, ad Anzio appunto, è di carnagione scura e di nazionalità indiana, sottolineo il particolare del colore della pelle, perchè, come leggerete in seguito, tornerà alla ribalta. Ora, a grandi linee, il riassunto dell’accaduto, in quanto sarò più preciso nell’esposto/denuncia che inoltrerò di seguito. Questa mia conoscente vive con il marito e il fratello di lui, suo cognato, in 35mq con un regolare contratto di affitto; per tutto il 2013 e per il 2014 hanno pagato la tassa per 110mq così divisa: il cognato (intestatario del contratto di affitto) ha pagato per 110mq per 2 componenti e lei 110mq per un componente; dopo una prima visita al suddetto ufficio, i mq sono stati ridotti a 50 ma sono rimaste in essere le 2 bollette (50mq per 2 componenti e 50mq per 1 componente). Oggi alla mia richiesta di spiegazioni l’impiegato (ore 10,30 sportello 7) mi ha risposto ‘il minimo che possiamo scrivere è 50mq e per avere la residenza allo stesso indirizzo, bisogna essere parenti o sposati….vedo che già uno di loro paga per due componenti, speriamo siano davvero parenti…sa, questi musulmani sono tutti fratelli!….ora devo andare in bagno, arrivederci’. Trattenendomi a fatica per non mettergli le mani addosso, siamo andati all’ufficio anagrafe per chiedere conferma. Come sospettavamo, la norma non esiste! Torniamo, dopo aver fatto giustamente la fila, allo sportello e chiediamo ‘mi scusi, ma ci dicono che è non vi è nessun vincolo di parentela per abitare insieme e dovreste anche ricalcolare la tassa 2013 e riconoscere un rimborso….”. A quel punto l’impiegato risponde: “Ah, non sapevo che non bisogna essere parenti per abitare presso lo stesso domicilio….comunque abbiamo già fatto una cortesia rifacendo i conti per il 2014 (- 69 euro) ma per il 2013 non lo posso fare, tornate a settembre quando ci sarà il dirigente (ora in ferie) e lui deciderà…queste sono le regole comunali, se non vi stanno bene potete cambiare comune…..ora scusate ma sono stanco….”. Un comportamento, quello dell’impiegato dell’Ufficio Tributi, che ha lasciato il cittadino con una serie di perplessità e di domande. “Mi chiedo a che titolo una persona maleducata, arrogante ed evidentemente all’oscuro delle norme elementari riguardanti il suo lavoro possa stare lì? E inoltre, non si può avere una casa al di sotto dei 50mq? Vi è forse una direttiva interna che vieta il rimborso, ma che consente di tassare i contribuenti per mq inesistenti? (magari così le casse del comune depredate da varie amministrazioni e non certo dai cittadini, ricevono un po’ di denaro…). Sono sempre più convinto – conclude il cittadino – che nel “Bruschini 3.0” tanto sbandierato durante la campagna elettorale, il 3 sia il voto che i cittadini di Anzio danno all’attuale amministrazione”.