Scuola- No del Consiglio di Stato alle classi pollaio, Cgil: “Fuori legge le classi con più di 25 alunni”

Le classi pollaio

All’avvio dell’anno scolastico continuano i problemi in alcune scuole per quanto riguarda il dramma delle classi pollaio . Eppure- scrive in un comunicato la FLC Cgil il TAR del Lazio con sentenza n. 552/2011 emessa il 20 gennaio, aveva intimato al Ministero dell’istruzione di mettere a punto un piano per la riqualificazione  dell’edilizia scolastica contenente  “norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola”. Il TAR si era così pronunciato a favore del Codacons che   aveva  denunciato  le   scandalose   condizioni   di   275   classi  pollaio. L’episodi-continua il sindacato-  è di grande importanza perché rappresenta il primo esempio in Italia di class action vincente contro la pubblica amministrazione. Il Ministro Gelmini contro la sentenza del TAR ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, il quale si è pronunciato il 9 giugno con sentenza N. 03512/2011 respingendo il ricorso (spese compensate) e dichiarando, quindi, la perfetta correttezza della sentenza del TAR. A questo punto non ci devono essere dubbi. La legge impone di formare classi che non abbiano più di 25 alunni e stabilisce anche norme di sicurezza che garantiscono i giusti spazi a disposizione di ogni alunno. Se all’interno della classe vi è un alunno portatore di handicap in situazione di disagio e difficoltà di apprendimento particolarmente gravi il limite massimo di alunni scende a 20. Purtroppo, però, si continua inspiegabilmente, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato ed a causa delle direttive del Ministero e dell’Ufficio scolastico regionale, a formare classi che  raggiungono anche i 32 alunni, numero ben superiore a quello consentiti dalla legge. Il Consiglio di stato, però, parla chiaro e già il 9 giugno ordina che “la sentenza sia eseguita  all’autorità amministrativa”. Grazie a questa sentenza- conclude la FLC Cgil- docenti e famiglie i cui figli sono stati costretti a studiare in aule pollaio, potranno chiedere un  risarcimento fino a 2.500 euro in relazione al danno esistenziale subito.