Una storia a dir poco scioccante quella che vede coinvolto un invalido grave e senza un gamba a cui l’Inps ha ritirato l’indennità di accompagno. Arturo Scott 66 anni residente a Nettuno dopo la visita di rivedibilità eseguita il 12 settembre scorso nella sede centrale dell’Inps ha ricevuto una comunicazione nella quale gli viene negata l’assistenza di un accompagnatore. Eppure il 25 agosto scorso la commissione di medicina legale della Asl RmH hanno riconosciuto al paziente l’invalidità “Con totale e permanente inabilità lavorativa, con una invalidità al 100% e con impossibilità di deambulazione senza l’aiuto permanente di un accompagnatore”. Le condizioni generali dell’uomo sono aggravate anche da altre patologie gravi come il diabete, una retinopatia maculata, una seria nefropatia. Dall’Inps hanno replicato che “la commissione medica si è attenuta ai regolamenti”. Artuto che vive da solo non può fare a meno di quei 480 euro che gli consentono di pagarsi, anche se a mezzo tempo, una badante. Così l’uomo, invalido grave, resta costretto in casa e senza la possibilità di fare la spesa necessaria alle esigenze quotidiane. Un fatto che ha dell’incredibile viste le condizioni dell’uomo, del tutto non autosufficiente. Ma non bisogna meravigliarci in epoca di tagli draconiani, che però non interessano tutti. Basti pensare alle tante pensioni d’oro quelle oltre i 9 mila euro al mese. In questo caso è stata commessa una grave ingiustizia ai danni di un cittadino malato seriamente e con gravi disabilità, che non vede riconosciuti i propri diritti. Nei tagli previsti nelle manovre finanziarie è previsto un recupero di 40 miliardi di euro in tre anni. La riforma dell’assistenza, comporta una forte compressione della spesa sociale, la revisione di molti supporti economici (invalidità, reversibilità, indennità di accompagnamento), il taglio di molti servizi sociali. A ciò si aggiungono i tagli agli Enti locali che andranno a ridimensionare fortemente i servizi per i bambini in difficoltà, per gli anziani, per le persone con disabilità, per i non autosufficienti. ”Chi intende comprimere ancora l’assistenza sociale, piegandola alle esigenze di cassa, sarà responsabile dell’impoverimento, esclusione, confinamento, segregazione di centinaia di migliaia di persone. – commenta Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ). Come dargli torto, il caso di Arturo è emblematico di un paese, il nostro, che sta abbandonando al loro destino le persone più deboli.