Esami medici inutili: ecco quali evitare

Troppo spesso analisi e cure sono applicate in eccesso. Uno spreco di tempo e denaro. Per non parlare dei danni che alcuni esami, se inappropriati, possono provocare alla salute. Il progetto “Fare di più non significa fare meglio” promosso da Slow Medicine. Ecco le sei pratiche mediche a maggior rischio di eccesso

Cure in eccesso: un rischio per la salute

 Troppo spesso analisi e cure sono applicate in eccesso, anche quando non ci sono dati scientifici solidi che ne dimostrino l’utilità.

  • Per abitudine.
  • Perché con il tempo sono entrati nell’uso.
  • Per la pressione dell’industria farmaceutica e medica.
  • Perché il medico e il paziente vogliono “sentirsi più tranquilli”.
  • Perché “tutti fanno così”.

Un’analisi o un trattamento non necessari possono esporre il paziente a rischi inutili, in misura molto maggiore di quanto non siamo abituati a pensare. Senza contare l’inutile aggravio della spesa per il Servizio sanitario, che alla fine viene pagato da tutti, sia in termini di tasse maggiori, sia in termini di tagli a misure di assistenza a volte necessarie.

Sobrietà significa qualità

Ma non si tratta soltanto di sprechi: bisogna avere molto chiaro che una cura o un esame non motivato, anche il meno invasivo, per il cittadino è un inutile rischio per la salute.

  • Un esame può essere dannoso. Non tutti gli esami sono privi di rischi: le radiografie, per esempio, comportano l’esposizione a radiazioni ionizzanti, qualcosa cui non è ragionevole sottoporre l’organismo se non c’è un motivo davvero valido.
  • Tutti gli esami possono dare esiti sbagliati. Sia perché non identificano un disturbo (falsi negativi), sia perché lo identificano quando non c’è (falsi positivi). Questo può creare una catena di conseguenze dannose: nel caso dei falsi positivi, ad esempio, una serie di nuovi esami inutili, con tutte le ansie, i rischi e le spese conseguenti.
  • Può succedere di trovare disturbi che sarebbe stato meglio non curare. Un aspetto su cui si riflette troppo poco è quello della sovradiagnosi: un esame può infatti portare a trovare (e trattare) una malattia che non avrebbe mai dato fastidio. L’esempio più classico è quello dello screening del PSA, che identifica e spinge a curare tumori della prostata che non avrebbero mai fatto danni, trasformando in malati uomini che senza lo screening sarebbero stati considerati sani.

“Fare di più non significa fare meglio”

“Fare di più non significa fare meglio” è un progetto promosso dall’associazione Slow Medicine, con la partecipazione di Altroconsumo. Lo scopo: portare i medici e i pazienti a scegliere con maggiore attenzione, discutendone insieme, le cure e gli esami da prescrivere.

Abbiamo chiesto a medici e altri professionisti della salute di indicarci le sei pratiche a più alto rischio di eccesso: cioè quelle che più spesso vengono prescritte ed effettuate anche quando non è necessario, anche quando non ci sono dati scientifici che ne supportino l’utilità. Non si tratta certo di abolirle: ma di spingere i medici e i pazienti a prenderne atto, discutendo insieme con calma i pro e i contro prima di decidere.

 

fonte: altroconsumo