Roma. “L’idea è di dare alle Regioni la delega per attivare le procedure per la ridefinizione delle linee demaniali” rispetto alle concessioni balneari. A spiegarlo Francesca Barracciu, sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali, intervenuta al convegno sulle concessioni demaniali marittime nella sede del Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. “Perché le Regioni? Ognuna ha una sua specificità- ha detto ancora il sottosegretario- il dialogo con le Regioni può essere più immediato e operativo e può decidere anche sulla base dei piani di utilizzo del litorale, sul lavoro che devono fare e che è in capo alle Regioni, quello che si può fare in questo senso. Non c’è chiusura sulla revisione della linea demaniale”. Sottolineando come Roberto Reggi, nuovo direttore dell’Agenzia del demanio, abbia dato “la disponibilità per ragionare sulla demanializzazione”, Barracciu ha spiegato che lo stesso sta verificando “esattamente quali e quanti sono i chilometri di costa che andranno a gara, per dire all’Europa che c’è una infinità di concessioni che daremo con le nuove gare”. Infine, a proposito dello ‘schema tipo’ del bando delle nuove concessioni, “saranno i Comuni a predisporre e a gestire i bandi per ogni singola concessione”, spiega la sottosegretario, questo anche perché “i Comuni conoscono il territorio e gli operatori”. “Garantire le 30mila imprese balneari e i loro investimenti che rappresentano l’8% del Pil nazionale”. È quanto chiede la Cna Balneatori, attraverso il suo coordinatore nazionale Cristiano Tomei, intervistato dall’agenzia Dire a margine del Convegno sulle concessioni demaniali marittime. La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, inoltre, chiede di “garantire una proroga al 2020 e di avere un periodo transitorio che vada ben oltre il 2020 garantendo una ulteriore proroga alle attuali concessioni, in modo che si possa attuare una riforma sul demanio marittimo”, continua Tomei. La riforma “dovrà essere rispettosa dei criteri europei, per quanto riguarda le nuove imprese balneari che sorgeranno sulle migliaia di chilometri di costa disponibili- conclude il coordinatore della Cna Balneari- ma, allo stesso tempo, serve che garantisca le attuali 30mila imprese e i loro investimenti effettuati e da effettuare”.
fonte agenzia Dire indirizzo «www.dire.it»