Inevitabili i disagi per chi ha esigenze di cure croniche
Rabbia e sconforto sono i sentimenti dominanti dei pazienti di Anzio e Nettuno che usufruivano dei servizi del centro trasfusionale dell’Ospedale Riuniti che da oggi e’ chiuso. Tante le testimonianze di stima per il personale medico, spesso costretto a superlavoro, in locali non all’altezza delle esigenze lavorative e dei pazienti, ma a quanto pare la professionalità dei medici e’ l’unica cosa da salvare in un servizio sanitario locale la cui qualità, secondo le testimonianze di chi e’ costretto ad usufruirne con costanza, e’ in discesa libera.”Sono già costretta a convivere con una malattia seria – racconta una paziente del centro trasfusionale – ed ora ci mettono davanti nuove difficoltà. Il personale e’ sempre stato gentile ma era anche costretto a fare altre cose durante le terapie. Ora ci hanno detto che le analisi vanno fatte con diversi giorni di anticipo e non hanno idea di quante sacche di sangue serviranno davvero per le trasfusioni. E’ un servizio sanitario pessimo quello che abbiamo a disposizione e la paura più grande e’ che ci venga tolto anche quel poco che e’ rimasto. Io infatti – conclude – se dovessero chiudere il centro trasfusionale, non potrei affrontare un viaggio per le terapie”. Il rischio, come sempre, e’ che i danni prodotti siano superiori ai risparmi che si spera di ottenere.