Il centro trasfusionale chiude, le donazioni di sangue sono in calo, la prenotazione di molte visite sia ad Anzio che a Nettuno è fissata a tre, quattro o sei mesi. Il servizio sanitario locale, sempre più scadente e inadeguato alle richieste dei cittadini diventa, di fatto, una sanità negata. L’alternativa, per chi se lo può permettere, è rivolgersi ad un privato. Chi invece non ha un reddito da cui è possibile togliere la spesa di una visita medica, deve restare nel girone infernale di prenotazioni e lunghe attese. In questa situazione medici e infermieri fanno del loro meglio per sostenere i malati e chi si presenta per le visite,ma questo impegno si scontra con decisioni e tagli che poco hanno a che vedere con le esigenze dei cittadini e molto con gli sprechi e le ruberie del passato. E sono proprio i medici del centro trasfusionale di Anzio a ricordare a chiunque vada per le terapie, che donare il sangue ad Anzio è ancora possibile e sempre necessario.
Anzio – Visite a sei mesi e servizi delocalizzati: la sanità negata
Donare il sangue al centro trasfusionale è ancora possibile