Mafia, colletti bianchi e destra romana ai vertici della cupola. Coinvolti anche esponenti del PD
L’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Roma e dai Ros ha portato ieri all’arresto di oltre trenta persone, tra cui l’ex terrorista nero Massimo Carminati e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre cinquanta, tra cui l’ex sindaco capitolino Gianni Alemanno, oggi esponente di spicco di Fratelli d’Italia. Nella capitale negli ultimi anni un nuovo tipo di sodalizio politico-criminale nel segno dell’estrema destra affaristica. Quella terrorista e malavitosa arrivata ai vertici della cosa pubblica nell’era Berlusconi- Alemanno. Una vera e propria mafia basata su una comune ideologia, su una brama di soldi senza fine e su una rete estesa di complicità e connivenze. Tra colletti bianchi e camicie nere, ma con connivenze e appoggi anche nel PD, secondo gli inquirenti, ci si troverebbe così di fronte ad un sistema corruttivo finalizzato tra l’altro all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle aziende municipalizzate.
Ognuno nella Cupola romana aveva il suo ruolo ma tutti rispondevano al “capo”, ovvero Massimo Carminati, ex Nar e legami con la Banda della Magliana, che “sovrintende e coordina tutte le attività, impartisce direttive, fornisce loro schede per le comunicazioni riservate, individua e recluta imprenditori, mantiene i rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali nonchè con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario con appartenenti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti” Il suo braccio destro è Riccardo Brugia che “coordina il recupero crediti e l’estorsione e custodisce le armi del sodalizio”.
Fabrizio Franco Testa, ex presidente di Tecnosky, invece è “testa di ponte della organizzazione nel settore politico e istituzionale, coordina le attività corruttive dell’associazione, si occupa della nomina di persone gradite alla organizzazione in posti chiave della pubblica amministrazione”.
Salvatore Buzzi, uomo del mondo delle cooperative, “gestisce le attività economiche della associazione nei settori della raccolta e smaltimento dei rifiuti, della accoglienza dei profughi, della manutenzione del verde pubblico”.
Franco Panzironi, ex amministratore delegato dell’Ama, segretario generale della fondazione di Alemanno, già indagato per «parentopoli»
Riccardo Mancini, già militante della destra romana, condannato nel 1988 per violazione della legge sulle armi, ex Amministratore Delegato Ente Eur, “”a libro paga, partecipano all’associazione fornendo uno stabile contributo per l’aggiudicazione di appalti pubblici, per lo sblocco di pagamenti in favore delle imprese riconducibili all’associazione e sono garanti dei rapporti dell’associazione con l’amministrazione comunale negli anni 2008/2013”.
Carlo Pucci, dirigente di Eur Spa, “a libro paga, fornisce uno stabile contributo per l’aggiudicazione di appalti pubblici”.
Luca Odevaine, area PD, già vicecapo di gabinetto con la giunta Veltroni, accusato “di orientare le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo”, di cui fa parte, e di ricevere in cambio “una retribuzione di 5000 euro mensili”.
La base logistica del sodalizio era un benzinaio a Corso Francia gestito da Roberto Lacopo attivo nel settore “dell’estorsione e del recupero crediti per conto dell’associazione”
Carcere anche per: Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giuseppe Ietto, Agostino Gaglianone, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Sandro Coltellacci, Nadia Cerrito, Giovanni Fiscon, Claudio Caldarelli, Carlo Mario Guarany, Emanuela Bugitti, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Emilio Gammuto, Giovanni De Carlo.
Ai domiciliari sono finiti invece: Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli, Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri, Mario Schina. Tra gli indagati figura anche Marco Iannilli, imputato in diversi procedimenti scaturiti dalle inchieste sugli appalti Enav.
Sotto inchiesta anche i consiglieri regionali Eugenio Patanè (Pd) e Luca Gramazio capogruppo (Pdl-Fi). Perquisiti gli uffici del presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti (Pd), indagato, che in serata si è dimesso.