Legambiente come ogni anno consegna le vele ai comuni costieri, un indicatore che tiene conto dell’offerta turistica e del rispetto dell’ambiente: dall’acqua pulita e servizi efficienti aggiungono spesso progetti per una migliore gestione dei rifiuti e qualità dell’aria, valorizzano il paesaggio, i centri storici e le produzioni tipiche, curano l’offerta enogastronomica, adottano piani per una corretta pianificazione del territorio migliorando le condizioni di soggiorno per tutti i turisti.
Anche questa volta Nettuno si aggiudica due vele. Un traguardo meno esaltante per Anzio che nonostante la bandiera blu, consegnata qualche settimana fa, quest’anno ha ottenuto solo una vela, un risultato a dir poco contraddittorio. I risultati sono identici a quelli dello scorso anno, nessun comune è riuscito ad ottenere le “5 vele”, e Nettuno è comparsa nella classifica delle due bandiere insieme ad altre cinque località marittime, un risultato per niente soddisfacente per Legambiente e Turing Club Lazio. “C’è troppa inerzia sui mari del Lazio, si vive sperando in un po’ di cemento in più o in assurde concessioni decennali per gli stabilimenti, senza puntare davvero su servizi innovativi e sostenibili, senza un piano serio che faccia migliorare il territorio e crescere il turismo – ha affermato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – tirare a campare può funzionare per un breve periodo visto che il Lazio e l’Italia sono famosi in tutto il mondo, ma la competizione in questi anni si va spostando sulla bellezza dei luoghi, sui servizi di qualità, sull’innovazione. È sbagliato, allora, puntare su megaprogetti che hanno come risultato finale solo lo sventramento del territorio, sul nucleare come sui waterfront cementificati, piuttosto che sulla privatizzazione dei litorali con incredibili diritti di superficie per costruire sulle spiagge”.