Durante la vigilia di Natale, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto attuativo del Jobs Act sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Il provvedimento reca, inoltre, le nuove regole per i licenziamenti, in base alle quali, per i nuovi contratti, nella gran parte dei casi l’indennizzo sostituirà la reintegrazione finora prevista dall’articolo 18.
In corrispondenza della progressiva acquisizione delle tutele, in caso di licenziamento ingiustificato l’ammontare di detto indennizzo sarà commisurato all’importo compreso tra un minimo di 2 ed un massimo di 24 mensilità. Al termine del periodo di prova, l’indennizzo minimo salirà a 4 mensilità e verrà aumentato di ulteriori due mensilità per ogni anno di servizio.
Contrariamente a quanto annunciato nei giorni scorsi, nel decreto attuativo non è stata inserita la c.d. “clausola opting-out”, che avrebbe consentito al datore di lavoro di evitare il reintegro, quando ancora previsto, erogando al dipendente un super-indennizzo.
Parimenti esclusa, inoltre, l’ipotesi di inserire lo scarso rendimento tra le causali dei licenziamenti economici.
Confermata, invece, la c.d. “conciliazione veloce”, fase durante la quale il datore di lavoro potrà offrire al dipendente, a titolo transattivo, una mensilità per ogni anno di anzianità, fino a un massimo di 18 e con un minimo di due.
Con una novità dell’ultima ora, inoltre, si segnala che lo stesso regime previsto per i licenziamenti individuali è stato esteso anche ai licenziamenti collettivi.
Tutte le nuove norme, infine, varranno anche per sindacati e partiti politici.
Dott. Valerio Pollastrini
Consulente del Lavoro
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