di Valerio Pollastrini
La bozza del primo decreto attuativo del Jobs Act, come è noto, reca l’annunciata modifica della disciplina sui licenziamenti. Se nulla cambierà per quelli discriminatori, sanzionati sempre con reintegra e risarcimento, per i recessi irrogati per motivi economici sarà previsto il solo risarcimento.
Per quanto riguarda, invece, i licenziamenti disciplinari, la scelta tra reintegra e risarcimento sarà lasciata al giudice.
In contrapposizione con la riduzione delle tutele, all’oggetto del conflitto sociale sorto negli ultimi mesi, il nuovo articolo 18 produrrà i propri effetti su una più ampia platea di destinatari. Fatta eccezione per i licenziamenti disciplinari, il nuovo regime, infatti, si applicherà a tutte le aziende, anche quelle con meno di 15 dipendenti, fino ad oggi escluse dalla norma della Statuto dei Lavoratori.
Il Jobs Act, in sostanza, non segnerà la fine della c.d. “tutela reale”, la quale, in alcuni casi di licenziamento illegittimo, continuerà a produrre i propri effetti sulle assunzioni effettuate dall’entrata in vigore della riforma e che integreranno il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Dott. Valerio Pollastrini
Consulente del Lavoro
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