Quirinale. Renzi cerca di allontanare l’ombra dell’inciucio dalla partita del Colle

Renzi: eleggeremo un arbitro, non un giocatore. Romano Prodi ben visto dalla sinistra, ma avversato da Berlusconi e la destra

Niente potrebbe nuocere a Matteo Renzi più che l’idea di un “inciucio” all’ombra del Patto del Nazareno, ora che entrano nel vivo le partite di Quirinale e legge elettorale. C’è un plotone di esecuzione pronto a sparare, protetto dal voto segreto, contro il frutto di un’intesa che contemplasse non solo la restituzione della legittimità politica a Silvio Berlusconi, ma ne favorisse in modo occulto la riabilitazione giudiziaria. Ecco perché il premier ha fermato la giostra prima che potesse prendere velocità, riportando in consiglio dei ministri quel decreto sul fisco, già ribattezzato ‘norma salva-Cav’, che consentirebbe a Berlusconi di ricandidarsi. E’, questo, anche un messaggio a chi in Forza Italia ipotizza che il dialogo su Colle e riforme possa essere foriero di un qualche ‘scambio’, per arrivare alla grazia o a salvacondotti per il Cavaliere. Tanto che il premier rinvia l’esame di quella legge a quando ci sarà già un nuovo Presidente della Repubblica.

Intanto, la supremazia del Pd è stata riaffermata ieri da Renzi e ribadita oggi da diversi esponenti di minoranza e opposizione, pronti al dialogo ma a partire da una scelta democratici. Con il controcanto del centrodestra, che tenta di riunirsi in un fronte compatto (Fi, Ncd, Udc e Lega nella sua espressione più moderata) per dare forza ad ipotesi diverse. Ad esempio quella che l’arbitro super partes di cui Renzi parla non sia un tecnico né venga dal Pd, ma sia un moderato, meglio se cattolico e del Ppe. Ma in testa ai sondaggi resta Romano Prodi (che non manifesta interesse)  ben visto da Sel e dalla sinistra del PD, un nome, quello dell’ex Presidente della Commissione Europea e fondatore dell’Ulivo, che potrebbe ricucire anche in rapporti tra la sinistra e i renziani e in qualche modo attirare i consensi dei grillini.